Via libera dai soci Ecco la nuova Fiat
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«Un giorno storico per la Fiat», «un grande giorno per l’auto». John Elkann, alla sua prima assemblea da presidente del Lingotto, e l’ad Sergio Marchionne festeggiano con queste parole la decisione dell’assemblea straordinaria degli azionisti della Fiat a Torino, che ieri ha dato il via libera, a larga maggioranza, alla scissione del gruppo in due distinte società.
Da una parte la nuova Fiat legata all’auto (Fiat Group Automobiles, Ferrari, Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau più la parte di Fiat Power Train che riguarda l’auto). Dall’altra Fiat Industrial con Cnh (macchine agricole) e Iveco (veicoli industriali) più la parte di Power Train (veicoli industriali e marini). Le partecipazioni editoriali (in Rcs e Itedi, la società editrice de La Stampa) insieme ad altre attività confluiranno nella nuova Fiat. «Non vanno di certo in Fiat Industrial - chiosa Elkann - in quanto sinergie tra mondo editoriale e quello dei veicoli industriali è difficile trovarne». Elkann spiega, poi, che con lo scorporo nascono «due Fiat forti e ambiziose». Ma in assemblea il presidente ricorda anche «i momenti bui» di dieci anni fa e poi la svolta con Marchionne, «l’uomo che ha cambiato il modo di affrontare i problemi». Ed è proprio nei momenti difficili che Elkann ha maturato «il rifiuto della decadenza». Ma ora, prosegue Elkann, «costruiamo il futuro». Un futuro che passa anche dalla Borsa. Le tre classi di azioni Fiat Industrial inizieranno ad essere negoziate alla Borsa di Milano dal 3 gennaio 2011. «Entro fine settembre - spiega Marchionne - verrà richiesta l’ammissione alla quotazione. L’attesa è che sia approvata prima di fine novembre: questo permetterà di stipulare l’atto di scissione a metà dicembre e rendere efficace l’operazione a partire dal primo gennaio 2011». Una volta completata l’operazione, a ogni azionista verrà assegnata un’azione di Fiat Industrial della stessa categoria, in aggiunta a ciascuna azione posseduta in Fiat. L’ad di Fiat ha precisato che Iveco e Cnh hanno già un ad e per «Fiat Industrial non è previsto un unico amministratore delegato». Nonostante l’ok dei soci al piano di scorporo, Fiat ha chiuso la seduta in Borsa in calo del 2,20% a 10,21 euro, a causa dei dati negativi sulle immatricolazioni europee a luglio e ad agosto.
Sul fronte dei ricavi nel 2014 la nuova Fiat raggiungerà un fatturato di 64 miliardi di euro. Un cambio di passo marcato si avrà nel 2012, quando il piano posiziona i ricavi a 45 miliardi. Per Fiat Industrial il piano prevede, invece, che i ricavi aumenteranno a un tasso medio annuo dell’11% per arrivare nel 2014 alla soglia dei 29 miliardi. Il gruppo Fiat dopo la scissione di Industrial avrà un indebitamento netto industriale di circa 2,5 miliardi. «L’indebitamento netto industriale - ha precisato Marchionne - sarà ripartito in misura uguale tra i due gruppi. Considerando il target di 5 miliardi per il 2010», anche Fiat Industrial inizierà ad operare con un debito di 2,5 miliardi. La liquidità sarà forte e commisurata alle rispettive necessità finanziarie», pari a 10 miliardi per Fiat e 3 miliardi per Fiat Industrial. Fiat sarà titolare di bond per 9 miliardi, Fiat Industrial per 2 miliardi. Sul fronte dei servizi finanziari, Fiat avrà un indebitamento netto consolidato di 1,5 miliardi e Fiat Industrial di 10 miliardi.
In questo disegno non sarà secondaria l’alleanza con Chrysler, che il piano di spin-off valorizza. Lancia è il marchio su cui si avrà l’impatto più ampio dell’alleanza con Chrysler, perché le due gamme verranno integrate in Europa. Ma su Chrysler si gioca anche un’altra partita. La Fiat, ribadisce Marchionne, è intenzionata ad aumentare la sua quota nel colosso Usa. E il primo aumento dal 20% al 25% in Chrysler potrebbe arrivare già entro quest’anno, «sarà legato al lancio della 500» annuncia Marchionne. L’obiettivo è arrivare al 35% entro il 2011. E sempre entro l’anno prossimo è prevista la quotazione di Chrysler a Wall Street. Sull’ipotesi di una quotazione in Borsa della Ferrari, Marchionne replica, invece, ai giornalisti: «Se mi chiedete se sto preparando un progetto di Ipo per Ferrari e se ce l’ho sulla mia scrivania, rispondo di no. Non escludo però niente». E in merito a possibili trattative tra Fiat e il fondo sovrano di Abu Dhabi per il riacquisto del 5% di Ferrari, l’ad dice: «Stiamo cercando di trovare una soluzione che dia la possibilità a Fiat di ritornare al 90% della Ferrari, che è la nostra posizione storica».