21/2/2011 ore: 8:38

Valentino Ricavi record, ora al via i negozi

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Sassi: «Quest’anno supereremo i 300 milioni di euro, nostro miglior risultato. Niente debiti. Investiamo nel retail» DI MARIA SILVIA SACCHI
I l progetto preliminare del bilancio 2010 è stato approvato lunedì scorso e per Valentino segna il punto di svolta anche nei numeri, dopo quello nello stile avvenuto due anni e mezzo fa tra grandi polemiche. «Grazie al lavoro dei due stilisti, Maria Grazia Chiuri e PierPaolo Piccioli, e al lavoro del team manageriale, il marchio ha trovato la sua strada» , dice l’amministratore delegato Stefano Sassi. Per effetto degli sfasamenti tipici delle collezioni della moda, la staffetta nel reparto creativo avrà un effetto pieno sui conti della maison (fondata nel 1957 da Valentino Garavani) solo nel 2011, «un anno — dice Sassi — nel quale oltrepasseremo i 300 milioni di euro, facendo i nostri migliori numeri di sempre, superando ogni record. Oggi siamo senza debiti e possiamo tornare a investire pienamente. Dopo aver riorganizzato il gruppo, rivisto completamente i processi e messo a punto il prodotto, quest’anno l’impegno è sull’adeguamento della nostra rete retail e sul miglioramento della distribuzione. Abbiamo messo a punto un nuovo concept store e il primo grande negozio sarà a Milano» . I numeri Come si vede nel grafico, il 2010 si è intanto chiuso per Valentino con 274,3 milioni di euro di ricavi, il 18,3%in più dell’anno precedente. Il marchio rappresenta il 55,6%dei ricavi complessivi di Vfg-Valentino Fashion Group, che comprende anche brand propri come Lebole e in licenza come Marlboro e M Missoni. Il fatturato consolidato di Vfg è stato pari a 481,7 milioni di euro (+6%). Non è, invece, ancora completamente definito il risultato netto del gruppo, mancando gli impairment test, ma l’ultima riga del bilancio «non avrà nulla a che vedere — dice l’amministratore delegato — con quella dell’esercizio 2009 (-499,3 milioni di euro) che risentiva di oneri straordinari e svalutazioni degli avviamenti per 280 milioni e oneri finanziari per 220 milioni» . Il margine operativo prima degli oneri di ristrutturazione è tornato positivo e l’indebitamento si è di fatto azzerato . Il gruppo che dalla metà del 2007 fa capo al fondo di private equity Permira e a una parte della famiglia Marzotto ha, d’altronde, molto cambiato la propria struttura nel corso del 2009. In primo luogo, con una ricapitalizzazione e una riduzione di un terzo del debito complessivo, a 1,5 miliardi (debiti derivanti dall’acquisizione fatta, appunto, con il ricorso alle banche). In secondo luogo, con la «divisione» in due del gruppo: da una parte Valentino Fashion Group che ha il suo cardine in Valentino, dall’altra il colosso tedesco della moda soprattutto uomo Hugo Boss, ceduto a una nuova società di diritto tedesco che fa capo agli stessi azionisti di Vfg e sulla quale è stato trasferito il debito residuo. È per questo che il 2010 è il primo esercizio della nuova Valentino Fashion Group. Per quanto riguarda Vfg il focus dell’azionista è su Valentino, che ne è il punto di riferimento. «Il nostro lavoro è stato quello di f a r s ì c h e un’azienda come Valentino, con un marchio così noto ma nell’immaginario legato alle occasioni d'uso — solo da sera o da cocktail — fosse reso più contemporaneo e adatto alle donne di oggi, che hanno la necessità e il piacere di vestirsi dalla mattina alla sera con pezzi significativi — dicono Chiuri e Piccioli —. Nella moda numeri sono conseguenziali a un certo lavoro di stile» . Tra le categorie di prodotto, si segnala il forte rialzo delle calzature (+70%) e il ritorno degli acquisti sull’alta moda. Sul web Il 52%del fatturato della maison è realizzato in Europa, il 22,9%negli Stati Uniti (+25%nei negozi diretti), il 15,8%in Asia (ma le vendite nei negozi diretti del Far East sono cresciute lo scorso anno del 45%) e il 9,3%in Giappone. Un progetto a parte (che potrebbe essere importante per esempio per un mercato fermo come il Giappone) è quello che riguarda Red, la linea giovane. «L’abbiamo sempre pensata per le nostre figlie — dicono Chiuri e Piccioli —. Un brand con lo spirito della ragazzina che sogna di essere principessa» . Red avrà sempre più negozi propri e una propria comunicazione che utilizzerà in prevalenza il Web e il suo obiettivo è un peso del 15-20%sul fatturato totale. «E questa proporzione non è destinata a crescere — conclude Stefano Sassi —. Red sta dando importanti risultati ma il centro di Valentino restano la prima linea e l’alta moda» .

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