18/6/2007 ore: 10:23
Un esercito di italiani fra i turisti del sesso
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Pagina 24 - Cronache UNA RICERCA INTERNAZIONALE fra i turisti del sesso MILANO Hanno tra i trenta e i cinquant’anni, una famiglia affettuosa, quasi sempre dei figli, un lavoro spesso appagante. Sono professionisti, medici, architetti, imprenditori, insegnanti. A caccia sul Web. Sono i turisti sessuali italiani, ottantamila uomini secondo la prima stima elaborata sulla base di dati dell’Interpol e dell’Unicef, che ogni anno volano in Sud America o nel Sud Est Asiatico per comperare prestazioni sessuali da minorenni, troppo spesso bambini e bambine di pochi anni. «Le prime informazioni sulle mete internazionali più ricercate girano su Internet, dove ci sono 4 milioni di pagine web a carattere pedopornografico a cui accedono due milioni di persone l’anno», dà l’allarme Daniela Bernacchi, direttore generale per l’Italia della ong internazionale Intervita che ha lanciato una campagna di sensibilizzazione internazionale contro il turismo sessuale. In testa alla classifica dei consumatori di sesso a pagamento con minori ci sono gli americani. Seguono i canadesi, i giapponesi e gli europei. In crescita sono le donne, soprattutto del Nord Europa, meta più ambita i Caraibi, un fenomeno troppo recente per finire nelle statistiche elaborate dall’Interpol e dall’Unicef. «In Olanda ci sono reti illegali nascoste dietro a finte associazioni di adozioni a distanza», raccontano ancora da Intervita, l’ong che ha raccolto nel volume «Vite invisibili» una dettagliata ricerca a livello internazionale sui 10 milioni di minorenni sfruttati sessualmente, che portano nelle tasche di chi gestisce il traffico 12 miliardi di dollari l’anno, con un volume d’affari di poco inferiore al commercio di droga o alla vendita di armi. Contro lo sfruttamento sessuale dei minori nel mondo si fa poco e si può poco. Gianluca Prisco, il magistrato milanese che ha fatto condannare a 14 anni di carcere il pedofilo veronese Giorgio Sampec che comperava «tatine» in Thailandia, ammette che le difficoltà sono enormi: «Ai turisti sessuali si applicano le stesse sanzioni che per i pedofili. Il reato è perseguibile anche se è commesso all’estero. Alla difficoltà di raccogliere prove aggiungiamo la scarsa collaborazione delle autorità locali». In alcuni Paesi, secondo l’Interpol, la diffusione del turismo sessuale è in aumento perché la legislazione è carente e le forze dell’ordine sono compiacenti. In Cambogia il turismo sessuale è in crescita del 34%, in Honduras, Nicaragua e Salvador sono oltre 170 mila le vittime minorenni di abusi, in Guatemala non è reato, in alcune regioni dell’India la maggiore età si raggiunge a 12 anni, in Bangladesh e in Pakistan a 14, nelle Filippine e in Costa Rica sono perseguiti i crimini sessuali solo contro i minori di 12 anni, in Nicaragua solo se il minore è sotto i 14. Nei Toy bar di Bangkok o di Phuket un rapporto di un quarto d’ora può costare 10 dollari. Alla bambina vanno 30 centesimi. Nel Sud Est Asiatico le tariffe vanno dai 40 ai 50 euro. Spesso sono le stesse famiglie a vendere i propri figli per fame. Nel Sud Est Asiatico 80 dollari al mese sono considerati un reddito ambito. La presenza di organizzazioni militari stranieri sul territorio non sempre disincentiva i traffici. Secondo l’Onu, nel 50% dei Paesi dove sono insediate forze di pace aumenta la prostituzione infantile. La promiscuità sessuale si accompagna sempre alla diffusione di malattie. In Honduras ci sono 40 mila persone contagiate da Hiv Aids. La maggior parte delle vittime contrae la malattia tra i 12 e 18 anni e si calcola che 14 mila bambini siano sieropositivi. Secondo l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro, i bambini lavoratori nel mondo sono diminuiti in due anni da 246 milioni a 218, con un decremento dell’11%. In compenso lo sfruttamento sessuale è in crescita: un milione e mezzo di bambini in più ogni anno. Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, il 20% dei viaggi internazionali di uomini soli nelle aree ritenute a rischio sono a scopo sessuale. Ma solo nel 3% dei casi i viaggiatori sono pedofili. In maggioranza si tratta di persone che solo quando se ne presenta l’occasione abusano di bambini. Non sono «orchi». Tra loro ci sono gli 80 mila italiani qualunque.
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