22/2/2002 ore: 10:19

Sergio il «Cinese» dà la carica ad una sinistra senza energia

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    retroscena
    Federico Geremicca

    (Del 22/2/2002 Sezione: Economia Pag. 3)
    COMINCIA IL GRANDE BRACCIO DI FERRO: ?CHE RAZZA DI TRATTATIVA E? SE IL GOVERNO VI DICE "O VI METTETE D?ACCORDO IN DUE MESI OPPURE DECIDIAMO NOI"??
    Sergio il ?Cinese? d? la carica ad una sinistra senza energia

    ROMA

    INTANTO, diciamoci la verit?, andrebbe preliminarmente chiarita una faccenda, che ? riassumibile pi? o meno cos?: se nel bel mezzo di una riunione viene avanzata una proposta - intendiamo una qualunque proposta - e trentuno dei trentadue partecipanti alla riunione in questione la trovano se non proprio condivisibile almeno meritevole di ragionarci sopra, beh, se succede tutto questo, non ? che per caso all?unico recalcitrante, all?unico che dice ?no?, viene il sospetto che ad aver ragione, magari, non sia lui ma gli altri trentuno? Non ? una domanda particolarmente complessa, onestamente. Ma alle dieci del mattino, spalle poggiate alla parete di uno dei corridoi dell?Hotel Ritz, Sergio Cofferati prende tempo per una manciata di secondi, prima di rispondere. La faccenda, infatti, riguarda precisamente lui: unico ?no? di fronte alla trentina di ?va bene, vediamo? arrivati, l?altra sera, alla proposta di riapertura del dialogo avanzata dal governo alle parti sociali. ?A noi che tocca un ruolo da dirigenti - dice finalmente il capo Cgil - capita spessissimo di riflettere sulle cose dette e fatte. E? quasi un obbligo sottoporsi alla prova di una possibile autocritica. L?ho fatto anch?io, certamente. Ho riflettuto sulla decisione presa, ho valutato le conseguenze che avrebbe avuto nel sindacato e fuori del sindacato, ho ragionato sui processi che avrebbe potuto mettere in moto. E naturalmente sono arrivato ad una conclusione?. E sarebbe? ?Che non ho sbagliato. Che ho ragione io. Anzi: che abbiamo ragione noi della Cgil?. E dunque: manifestazione nazionale a Roma sabato 23 marzo, quindi sciopero generale di 8 ore venerd? 5 aprile. Quanto alle riflessioni del Cinese sulle conseguenze e sui processi che la sua decisione avrebbe determinato, qualcosa si ? gi? visto ed ? presto detto: scarica di adrenalina per una sinistra politica messa un po?cos?, lodi e sostegni da Fausto Bertinotti, apprezzamento ed entusiamo da parte del ?correntone Ds? (?Saremo in piazza con Sergio e la Cgil?), studenti e no-global che affilano le bandiere e addirittura - diciamo addirittura in considerazione di alcuni non amichevoli precedenti precedenti - il consenso di Massimo D?Alema: ?Che trattativa ? se il governo dice "vi diamo due mesi per mettervi d?accordo e se non lo fate decidiamo noi"??. Insomma, quel che accadr? gi? per la manifestazione romana del 23 di marzo ? abbastanza chiaro: l?Italia antiberlusconiana e antigovernativa, quella stanca delle faide e dei tatticismi dell?Ulivo, quella che inneggia a Mani Pulite e a Nanni Moretti, insomma quel pezzo d?Italia che non si vedeva in piazza da un bel po?, sabato 23 marzo sar? tutto l?, potete giurarci: colorato, infuriato e disciplinato dietro le insegne del Grande Capo Cgil. ?Quella di Cofferati ? una scelta politica - ha tuonato ieri Gianfranco Fini -. Anzi: politica e ideologica?. Magari non ? cos?, e il vicepremier ha torto. Ma supponendo che avesse invece ragione, beh, allora diciamola tutta: tanto di cappello al Cinese, perch? era un bel po? che nei dintorni degli accampamenti della sinistra e dell?Ulivo non si assisteva ad una scelta politica cos? netta, chiara e - comunque la si voglia vedere - mobilizzante. Sempre l?, spalle al muro nel corridoio del Ritz in attesa di cominciare la riunione del direttivo Cgil, Cofferati racconta. ?Vuole che le dica? Vuole che le dica di Fini, intanto? L?altra sera, durante la riunione a palazzo Chigi, qualcuno gli ha chiesto: scusi, presidente, ma se alla fine le parti non trovassero una intesa piena sull?articolo 18, che succede? E Fini, tranquillo: "Che, per esempio, si pu? riscrivere parte del testo della delega e le causali, magari, passare da tre a cinque oppure a una". Ora spiegatemi voi come si pu? andare a trattare in una situazione cos?. Senza dire, naturalmente, della sensazione non proprio gradevole che la proposta che ci ? stata avanzata fosse stata precedentemente precostituita da alcuni dei soggetti presenti l?, l?altra sera, al tavolo dell?incontro con il governo?. I compagni della Cgil gli si fanno intorno. Alcuni visi sono disegnati d?entusiasmo, altri non nascondono preoccupazione. Dice Eduardo Guarino, successore di Cofferati alla guida dei chimici: ?Considerate le conclusioni del nostro congresso di Rimini, la scelta dello sciopero generale per noi ? obbligata?. Non fa salti di gioia. Ma a chi fa notare alcune preoccupazioni anche all?interno della Cgil, il Cinese risponde: ?Capisco. Ma ormai erano almeno venti giorni che era chiaro che ci saremmo trovati in una situazione cos?. Per ?una situazione cos? s?intende la Cgil che dice no al governo da sola, ma proprio da sola, senza nemmeno la vicinanza di organizzazioni un tempo assai pi? amiche (l?altra sera anche Lega delle Cooperative, Cna e Confesercenti hanno detto s? al dialogo proposto dal governo). Per ?una situazione cos? s?intende l?unit? sindacale messa serissimamente in pericolo e spinta fin sull?orlo della spaccatura. Tanto che, adesso che sono le tre del pomeriggio e Sergio Cofferati sta tenendo l?annunciata conferenza stampa nel palazzone della Cgil, pi? che al Cinese verrebbe da rivolgere una domanda semplice semplice all?uomo che ? seduto alla sua sinistra, a Guglielmo Epifani, ?delfino? e successore designato: scusi, dottor Epifani, ma che effetto le fa l?idea di ereditare il mucchietto di cenere dell?unit? sindacale andata in fumo? ?Sull?articolo 18 spazio negoziale non ce ne ?, scandisce intanto dalla tribunetta Cofferati, camicia a righine rosa e solito stemmino Cgil al bavero, mostrato stavolta quasi fosse un?insegna di guerra. ?Siamo soli nel proclamare lo sciopero generale? Non ci ha preoccupato e non ci preoccupa?, aggiunge. ?Avevamo deciso non da soli, ma con Cisl e Uil, di non discutere di articolo 18. Ora, ogni cambiamento di idea ? legittimo: diciamo che noi sentiamo l?esigenza di un minimo di coerenza?, accusa. E infine, la preparazione della battaglia: ?Ora avvieremo una grande campagna di mobilitazione e di informazione. Il 14 marzo saremo a Barcellona alla manifestazione dei sindacati europei per il lavoro. Sabato 23 marzo faremo una grande, grande manifestazione a Roma. Il 5 aprile sciopero generale di 8 ore. E poi pres?di, iniziative e tutto quanto occorre per fermare i progetti del governo?. Questo ? il quadro. E hai voglia di stare a domandarti se a spingere sull?acceleratore ? il Cofferati capo della Cgil oppure il Cofferati ?in scadenza?, l?uomo che a fine giugno dovr? ricominciare da un?altra parte. E? inutile chiederselo: anche perch? l?incendio e la guerra fanno gioco tanto al primo quanto al secondo. Al Cinese che guarda al suo ingresso in politica non pu? che giovare, infatti, il confermarsi l?unico leader in grado - al momento - di mobilitare masse e spaventare Berlusconi: da Bertinotti alla sinistra diffusa, dal correntone diessino agli studenti, per finire al movimento no global, non c?? chi non guardi a lui come all?uomo della possibile provvidenza. Ma anche al Cofferati ?in scadenza? potrebbe, paradossalmente, tornar utile la guerra continua e una Cgil col coltello tra i denti... E torna alla mente una considerazione, perfino ovvia, svolta da D?Alema nei giorni del congresso Cgil di Rimini a proposito del futuro del Cinese. ?Diciamo la verit?, se lo scontro col governo viene vinto dai sindacati e la battaglia sull?articolo 18 finisce bene - annot? il presidente diessino - non c?? modo migliore, per Sergio, di uscire dalla scena della CGil. Ma se in primavera queste questioni non fossero risolte e il braccio di ferro col governo fosse ancora in corso, mi chiedo: come farebbe Cofferati a lasciare la sua organizzazione??. Gi?, come farebbe? Lo spiegher? lui - forse s?, forse no - ai primi di giugno. Per ora, il Cinese ha altro da fare. Piazze, cortei, mobilitazioni, scioperi... Proprio come al bel tempo che fu.

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