Roma: Mense scolastiche, lunedì sciopero
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Venerdì 20 Aprile 2001 |
PAPPA MAGRA
Mense scolastiche, lunedì sciopero
Solo panini e niente pastasciutta
di RAFFAELLA TROILI
Panini in vista, lunedì prossimo, nelle mense delle scuole della capitale. E il 2 maggio, si replica: rosetta o casereccio, con dentro prosciutto o formaggio, e nulla più. Ma non si tratta di una variazione al menù, piuttosto di uno sciopero generale del personale indetto da Cgil, Cisl e Uil. «Ora basta, da undici anni non ci rinnovano il contratto, questa volta sciopereremo in massa - minacciano cuochi e e operatori del settore mense - Le aziende di ristorazione penseranno a garantire un panino d’emergenza per i bambini delle materne e gli alunni di elementari e medie comunali e statali». Guadagnano dalle 550 alle 700 mila lire al mese, hanno turni massacranti, eppure svolgono un lavoro importante. Per questo lunedì non penseranno né alle pappe dei bambini né a quelle che passano le mense aziendali e delle imprese. «A fermarsi è tutta la ristorazione collettiva (tra i 6 e gli 8mila addetti, il 50% lavora nelle scuole) - spiega Luigi Scardaone, segretario generale Uil tu.c.s. - Questo perché il settore rivendica una sua autonomia e si rifiuta di sottoscrivere il contratto provinciale del settore turismo firmato a settembre e all’interno del quale sono comprese le mense».
Per questo si fermeranno tutti gli addetti alle mense, da chi si occupa del servizio al tavolo o della pulizia a chi pensa a preparare i pasti (sia nelle scuole che nei centri cottura). «I pasti sono a rischio - riprende Scardaone - prevedo un’adesione pressoché totale, vista l’arrabbiatura. I bambini? Mangeranno il panino che gli manderà la mamma da casa. O quello che l’azienda deciderà di distribuire. Il personale è esasperato: in un settore nevralgico come quello della refezione scolastica bisogna vincere la cultura delle gare appaltate al massimo ribasso, che penalizzano fortemente i lavoratori dipendenti e i bambini. A rimetterci così è la qualità della merce e la quantità delle grammature. Andrebbero fatte invece gare a licitazione europea sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, avuto riguardo del rapporto qualità-prezzo».