16/7/2001 ore: 9:10

Preatoni fa il pieno di alberghi

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Il Sole 24 ORE.com

    Vacanze & immobili - Il 6 agosto la firma per l’acquisto di una nuova struttura a Marsa Alam (Egitto)

    Preatoni fa il pieno di alberghi
    Il gruppo Domina prepara lo sbarco anche a Parigi e Milano - Con Coral Bay fatturato a 110 miliardi
    Martino Cavalli
    MILANO - «Tra qualche anno si sentirà molto parlare di Domina». Ernesto Preatoni, immobiliarista con il gusto della finanza — gusto che in passato gli è costato anche qualche grattacapo — dopo aver spostato a Tallin (Estonia) il baricentro delle attività, non ha alcun dubbio sul futuro della sua creatura immobiliar-turistica. Il gruppo Domina nel budget 2001 punta a un fatturato di 78 miliardi tra alberghi, tour operating e vendite in multiproprietà (55 miliardi nel 2000). Il giro d’affari turistico di Preatoni è però ben più consistente, perché a questo va aggiunto l’insediamento di Coral Bay a Sharm el Sheikh, che in termini di fatturato nel 2000 valeva 54 miliardi (il villaggio potrebbe presto finire sotto il "cappello" di Domina). In totale, 20mila clienti. I progetti di sviluppo sono molto ambiziosi e prendono le mosse proprio dal mar Rosso. «Il 6 agosto — dichiara Preatoni — firmiamo per una nuova struttura a Marsa Alam che aprirà a novembre (la nuova frontiera del turismo sul mar Rosso, si veda articolo a fianco, ndr). Poi ci sono importanti investimenti nelle città europee, a partire da Venezia, dove stiamo ristrutturando un immobile, e da Parigi, dove abbiamo una trattativa vicinissima alla chiusura. Siamo anche interessati alle vicende fallimentari che riguardano il Bagaglino in Sardegna». Ci sarà poi un Domina Hotel anche a Milano, nell’area nord della città. «L’Italia mi interessa ancora — sottolinea — ma solo per gli immobili, e neanche per ogni tipo di attività, perché per esempio non ho alcuna intenzione di mettere piede nel business dei centri commerciali: per quelli è molto meglio rimanere all’estero». La struttura ricettiva del gruppo Domina è organizzata su due binari paralleli. Da una parte la vera e propria attività alberghiera, dall’altra, invece, c’è la formula della comproprietà (anche se in qualche caso è possibile che ci sia una formula mista). Ed è proprio sulla comproprietà che Preatoni non fa mistero di voler puntare con maggiore forza, grazie al fatto che i margini sono più alti. «A noi non interessa il fatturato fine a se stesso. Che senso ha avere un giro d’affari di 2mila miliardi e guadagnarne un paio? — sottolinea Preatoni — Il problema è che in questo settore i margini vengono falcidiati dai costi di distribuzione: commissioni alle agenzie di viaggio, educational, tour operator e via dicendo alla fine si portano via un terzo del totale, mentre con la formula della comproprietà questi costi vengono affrontati una volta sola. Inoltre possiamo valutare esattamente quale sarà il numero di presenze nelle strutture, possiamo far lavorare a pieno ritmo i servizi collaterali, come la ristorazione, perché mettiamo in conto solo il costo del food, mentre il servizio va nei costi di gestione totali», aggiunge. Piena fiducia di Preatoni, quindi, in una formula che invece negli anni scorsi ha dato parecchi dispiaceri a qualcuno. Ma su questo punto, a Preatoni sale un po’ la pressione. «Per forza — dice — c’erano operatori spregiudicati, per non dire di più, che con la formula della multiproprietà da un lato vendevano gli appartamenti alle famiglie e dall’altro davano l’immobile in garanzia alle banche: un sistema organizzato in questo modo non poteva che provocare dei disastri, e così è stato». Preatoni controbatte anche alle critiche sulla difficoltà di rivendere la proprietà (si veda l’articolo qui sotto, ndr). «Innanzitutto abbiamo un tasso di redemption bassissimo, del 3,5%, che testimonia la soddisfazione dei nostri clienti, poi non bisogna fare confusione — conclude —: noi vendiamo una vacanza, non un immobile, le due cose sono diverse. Chi acquista un’auto e la rivende il giorno dopo ci perde almeno il 20%. Che senso ha indicare questa formula come un investimento: prima viene la vacanza, e poi, ma nel medio-lungo periodo, chi vuole vendere riporta a casa un buon investimento».
    Domenica 15 Luglio 2001
 

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