Operai e impiegati, messaggio a Prodi: «Subito un segnale di cambiamento»
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gioved? 13 aprile 2006
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LAVORATORI
?Per rimettere ordine tra le macerie tutti i partiti facciano un passo indietro e pensino ai grandi obiettivi?
Operai e impiegati, messaggio a Prodi: ?Subito un segnale di cambiamento?
di Giampiero Rossi/ Milano
Il batticuore non ha ceduto il posto n? al mal di pancia n? a eccessi d’euforia. Tra i lavoratori italiani che hanno atteso la defenestrazione di Berlusconi da Palazzo Chigi non soltanto per una lunga notte di spoglio ma per cinque, lunghi, difficili anni, le idee sul presente e sul futuro della coalizione che ha vinto le elezioni sono piuttosto chiare: deve governare e deve rispondere a una serie di aspettative che aprono uno scenario nuovo per l’intero paese. Due temi dominano su tutti: il lavoro e la scuola.
?Sono ultrafelice del risultato elettorale anche se, ovviamente, mi auguravo proporzioni diverse - premette Enrico Barbuti, 49 anni, impiegato della Parmalat di Collecchio - perch? era davvero fondamentale andare oltre quel governo che ha spaccato il paese con la devolution, con la riforma della scuola, con il tentativo di umiliare il sindacato e cancellare la concertazione...?. Ma Romano Prodi e il suo futuro governo avranno la forza per rimettere in ordine tutte queste macerie? ?Ce la far?, ma per riuscire a governare sar? necessaria una buona dose di buon senso all’interno del centrosinistra - prosegue Barbuti - tutti i partiti dovranno avere il coraggio di fare un passo indietro pensando ai grandi obiettivi?.
Ed eccola l’agenda politica dell’impiegato emiliano: ?Prima di tutto bisogna far ripartire l’economia, quindi avanti con il progetto di riduzione del cuneo fiscale; ma credo anche sia necessario, a prescindere da Berlusconi, instaurare una cultura nuova nel paese, pensare a auna buona legge sul conflitto di interessi e a tutte le misure che chiudano le porte a chi pensa che a fare i furbi si guadagna sempre?. L’elenco prosegue con ?la riapertura immediata del dialogo con le parti sociali sui grandi obiettivi condivisi? e con la scuola: ?S?, ? importantissimo intervenire, perch? il centrodestra aveva gi? iniziato a rimodellarla pensando gi? a quali sarebbero state le classi dirigenti del futuro?. Sull’urgenza di mettere mano, ed energicamente, sulla scuola e sulle nefandezze delle riforma Moratti sembrano scattare le reazioni pi? decise da parte dei lavoratori di qualsiasi categoria.
Non ha dubbi Paola Frediani, insegnante in un liceo milanese, che comunque non nasconde le sue preoccupazioni: ?Sappiamo benissimo che non ci sono molti soldi a disposizione, quindi non mi aspetto che la scuola sia la priorit? assoluta, anche perch? in campagna elettorale questo tema ? stato fagocitato da altre questioni. Comunque - prosegue la professoressa Frediani - mi aspetto come minimo il ripristino delle commissioni miste per gli esami di maturit?, visto che il metodo delle commissioni interne era stato concepito per favorire le scuole private, e anche il blocco del passaggio in ruolo dell’esercito di insegnanti di religioni deciso dalla Moratti. Su questo temo un po’ gli atteggiamenti mostrati dalla Margherita, ma non voglio essere “disfattista” perch? questo ? un vocabolo del dizionario berlusconiano e io sono molto felice del fatto che il caudillo non possa pi? rappresentarmi?.
Economia, scuola, superamento della legge 30 e del conflitto di interessi sono le priorit? anche secondo Stefania Casini, direttore del Museo archeologico di Bergamo, che pone all’attenzione anche la necessit? di ?un lotta seria all’evasione fiscale per evitare i tagli scellerati che hanno colpito gli enti locali. A questo proposito - aggiunge - andrebbe eliminato il tetto di spesa almeno alle amministrazioni che hanno i conti in ordine. E poi mi piacerebbe che si iniziasse, almeno, a ragionare seriamente sulle fonti di energia alternative?. La pacificazione con l’altra met? d’Italia? ?Credo che il problema stia nella netta differenza di aspettative, spero che presto si capisca che non da un governo non ci si pu? attendere soltanto che faccia pagare meno tasse?.
Si concentra sui temi legati all’economia e al lavoro, invece, il “programma” di Giuseppe Caristia, operaio della Magneti Marelli di Rivalta, alle porte di Torino: ?Sin dal Dpef il centrosinistra deve mandare un segnale chiaro, far capire subito agli italiani, anche a quelli che hanno votato per la destra, come intende reperire le risorse e agire rapidamente su un sistema di incentivi e disincentivi per rimettere al centro dell’attenzione l’economia produttiva e non pi? soltanto la rendita finanziaria?. Un aspetto, questo, condiviso pienamente da Fabio Fumagalli, impiegato della Prysman, cio? della fabbrica di cavi che prima che di essere vendita da Marco Tronchetti Provera si chiamava Pirelli Cavi: ?Intervenire con una politica industriale era gi? urgente cinque anni fa, quindi oggi lo ? a maggior ragione. Ma il nuovo governo deve mostrare seriet? e compattezza subito, l’Italia non pu? permettersi di dover ricominciare da capo tra due anni?.
Chi vive la fabbrica, come Caristia e Fumagalli, pensa molto anche alla legge 30 e confida nel centrosinistra per una svolta in favore del lavoro “di qualit?” per i giovani. E su questo Patrizio Di Pietro, della Ilva di Taranto aggiunge: ?Anche se come lavoratore so bene che non esistono governi “amici” dei sindacati, mi aspetto che il centrosinistra rimetta a posto lo scempio dei diritti e delle tutele che ? stato fatto in questi cinque anni?.
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