Nuovo scontro D´Alema-Cofferati sull´art. 18

(Del 6/9/2002 Sezione: Interni Pag. 8)
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IL SEGRETARIO DELLA CGIL REPLICA DALLA FESTA DELL´UNITA´ DI REGGIO EMILIA ALL´EX PREMIER DIESSINO |
Nuovo scontro D´Alema-Cofferati sull´art. 18 |
Il presidente Ds: «Prematuro parlare di referendum». La replica: non condivido |
Maria Teresa Meli inviata a REGGIO EMILIA
I duellanti non hanno mai deposto le armi. Una volta è la sciabola, un'altra il fioretto, comunque lo scontro continua. Sergio Cofferati giunge alla festa provinciale dell'Unità di Reggio Emilia preceduto da alcune dichiarazioni polemiche di Massimo D'Alema. Il presidente della Quercia gli rimprovera l'iniziativa referendaria per la difesa dell'articolo 18. «Come si fa - sostiene D'Alema in un'intervista al settimanale «L´Espresso» - a parlare di referendum se non si sa ancora quale testo verrà elaborato. Sono contrario ad aprire una discussione che rischia di dividere l'Ulivo. E comunque gli scontri vanno fatti per vincere». Il Cinese, accolto da una folla che lo applaude e che lancia qualche fischio quando il segretario della Cgil cita D'Alema, contraccambia le «cortesie» del presidente della Quercia. E tanto per gradire, appena prende la parola per scusarsi del ritardo, premette: «E' importante avere un autista che guida velocemente per arrivare dovunque». Il riferimento è alla battuta del direttore di Micromega Paolo Flores D'Arcais, il quale ha ironizzato sul fatto che sia Cofferati che D'Alema, il 14 hanno degli appuntamenti di partito in Emilia, ma mentre il primo sarà anche in piazza del Popolo, il secondo invece ha spiegato che non gli sarà possibile per motivi di tempo. Questo, però, è solo l'antipasto. Di fronte alla domanda dell'intervistatore, Federico Geremicca della «Stampa», il Cinese risponde per le rime ad alcuni rilievi che gli sono stati mossi; per esempio, replica al D'Alema che lo critica per il referendum. «Non capisco e non condivido», afferma il leader della Cgil. E aggiunge, in mezzo agli applausi: «Io sto ai fatti: il testo del patto per l'Italia mi basta e mi avanza. Se la modifica dell'articolo 18 lì contenuta diventerà legge, come ha promesso il governo, per quanto mi riguarda mi farò promotore di un referendum insieme a chi vorrà. Poi tutti i cittadini decideranno quello che vogliono fare, compreso l'onorevole D'Alema». E quella definizione, «l'onorevole D'Alema», è una replica velenosa al presidente della Quercia che sprezzantemente l'aveva chiamato «il dottor Cofferati». Il leader della Cgil replica a D'Alema anche su un altro punto. Non è vero, secondo lui, che il referendum è un´inziativa capace di dividere l'Ulivo. «Nel sindacato - osserva - la divisione, purtroppo, c'è già stata: l'ha prodotta quell'accordo che la Cgil non ha firmato. Per l'Ulivo, invece, il problema non esiste. Infatti, mentre i partiti del centrosinistra hanno dato valutazioni differenti su quell'accordo, su un solo punto la pensano tutti allo stesso modo: sul no alla modifica dell'articolo 18. Quindi non capisco di che genere di divisione si parli». Ma Cofferati e D'Alema sono significativamente distanti anche su un altro punto: quello che riguarda i rapporti con i movimenti e la piazza. Dice il presidente della Quercia. «E' giusto dialogare con i movimenti a patto che non corrano il rischio di delegittimare i partiti di sinistra. E' troppo comodo per Berlusconi poter sostenere che il suo vero antagonista è la piazza. In uno scontro del genere la maggioranza del Paese si schiererebbe con il governo, non certo con il radicalismo dei movimenti. Ci terremmo Berlusconi per altri cinquant'anni». Parla tutt'altro linguaggio, il leader della Cgil, a Reggio Emilia. «E' il Parlamento - sostiene Cofferati - che decide. Ma un'opposizione efficace non si fa solo in Parlamento, la si fa in ogni luogo, compresa la piazza». Perciò ben vengano tutte le manifestazioni. Quella del 14 settembre, come tutte le altre. Incluso, ovviamente anche lo sciopero generale indetto dalla Cgil per ottobre. Quanto al suo futuro politico, Cofferati assicura: «Non scomparirò». Ma promette che resterà fedele a quanto ha detto fino ad oggi, cioè che farà politica «fuori dagli schemi tradizionali». Perciò niente seggi in Parlamento né cariche di partito. Ovviamente, a Reggio Emilia, il segretario della Cgil non può non parlare dell'attentato alla sede Csil di Pisa. E lo fa usando parole inequivoche, che sottolineano ancora una volta una durissima presa di posizione contro ogni terrorismo: «Durante il fascismo - dice - si bruciavano le sedi del sindacato».
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