Montecatini. L’azienda sospende la mobilità
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venerdì 25 novembre 2005
Pagina 1 - Montecatini
L’azienda sospende la mobilità
La notizia arriva in serata dopo una giornata ad alta tensione Molti attestati di solidarietà Oggi una delegazione partecipa allo sciopero generale a Pistoia
MONTECATINI. La notizia attesa per tutto il giorno arriva alle 20,28. Tre righe (di numero) con cui la direzione generale delle Terme annuncia che il presidente Roberto Righi ha comunicato la sospensione della mobilità per i dipendenti. Un finale pirotecnico per quello che può essere considerato il «giorno più lungo» dei lavoratori termali. Iniziato alle 8 con l’assemblea alle Redi, e proseguito poi con l’assemblea permanente e conseguente presidio all’Excelsior.
«Andremo avanti finché non sarà presa una decisione contraria da parte dell’azienda - spiegava nel primo pomeriggio Fabio Capponi, Filcams Cgil - ma finora nessuno ci ha contattato. La proprietà ha definito un testo per cercare di arrivare a una soluzione in tempi brevi, ma tutto ruota attorno alle scelte della società di gestione. Di sicuro c’è che a questa iniziativa di lotta hanno aderito tutti i dipendenti e anche qualche stagionale. Una risposta positiva a una decisione sbagliata da parte dell’azienda (presa peraltro quando invece ci sarebbe bisogno di nuove assunzioni) che ha ricevuto sostegno e solidarietà anche da parte di un gruppo di lavoratori della Kartos. Ribadiamo che i lavoratori devono essere esclusi dalla controversia esistente tra gestori e proprietà e domani (oggi per chi legge, ndr), nel corso della manifestazione che si terrà a Pistoia per lo sciopero generale, interverrà un delegato aziendale proprio per parlare di questi problemi».
Anche sul fronte Cisl nel corso della giornata Tullio Ruffoni si lamentava del fatto che l’azienda non si era fatta viva. «E invece - sottolineava - deve dirci subito che revoca il provvedimento di mobilità per i lavoratori (è stato accontentato in serata, ndr). Tutto questo non ha nessuna logica: non lo ha perché le Terme dovrebbero essere in grado di dare servizi in momenti così critici per la città; e non lo ha perché ancora una volta si ricattano i lavoratori forse per accelerare il processo di transazione». «Ma che senso ha - si chiedeva infine Paolo Meacci, Uil - minacciare un licenziamento di massa quando proprietà e gestione sono vicine all’accordo? Non c’è nessuna linea strategica coerente da parte di Santarelli e della società di gestione. Nella precedente bozza di accordo poteva costituire un invito (sbagliato, perché fatto mettendo in mezzo i lavoratori) a chiudere la transazione in fretta. Ma ora? A meno che l’Immobiliare non abbia preso tempo e non ci raccontino tutta la verità...».
David Meccoli
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