Moneta unica sopravvalutata, parola di Big Mac

mercoledì 14 maggio 2003
Moneta unica sopravvalutata, parola di Big Mac |
MILANO — Il Big Mac Index lo aveva detto un anno fa. Secondo la metodologia elaborata nel 1986 dall'Economist, che si basa sul raffronto fra i prezzi del celebre hamburger McDonald's in 118 Paesi diversi, già da un anno il verdetto era chiaro: vendere al più presto i propri dollari, che risultavano sopravvalutati rispetto all'euro. Da allora il biglietto verde ha perso circa il 15%. Guai, quindi, a non prendere sul serio la più recente elaborazione dell'indice. L'avvertimento di ieri è chiaro: a un anno di distanza secondo il termometro del Big Mac il cambio corretto fra euro e dollaro sarebbe quello della parità, tutto l'ulteriore valore che la moneta unica si vede attribuire in queste settimane rischia di rivelarsi di breve durata. Al momento, il prezzo medio di un Big Mac in Europa, infatti, è esattamente identico a quello americano. Dividendo un prezzo per l'altro, il risultato ovviamente è uno. Questo significa che il PPP (purchasing-power parity) dell'euro è esattamente un dollaro, quindi il corrente tasso di 1,16 è sopravvalutato del 16%. Applicando lo stesso meccanismo alla sterlina e alla corona danese e svedese se ne deduce che anche le altre monete europee sono sopravvalutate. Così come il franco svizzero. La caduta del dollaro, oltre che un successo per l'indice del Big Mac, si sta intanto rivelando un dilemma per l'amministrazione Bush. Una valuta debole potrebbe rivitalizzare l'economia Usa, ma rappresenta anche un rischio. Le dichiarazioni del segretario al Tesoro John Snow, secondo cui il mercato sta accogliendo bene il dollaro debole, rischiano di suscitare un putiferio. La Federal Reserve ha già fatto intendere che il biglietto verde dovrà essere difeso, ma la Casa Bianca si è lasciata scappare con questa incauta uscita del proprio ministro che esiste un altro partito, apertamente ribassista, intenzionato a lasciar cadere il dollaro liberamente.
di Elena Comelli
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