Cinquantacinque licenziati in vari settori La coop «Garibaldi» ha confermato i tagli Ma i sindacati si oppongono
«La cooperativa “Garibaldi” non sa camminare con le proprie gambe e non ha ancora assorbito il trauma del taglio del cordone ombelicale da parte delle Ferrovie»: è questo il commento del segretario provinciale della Filcams/Cgil, Giuseppe Silvestro, al termine dell'incontro con l'amministratore delegato della società, Claudio Graziano, per discutere sul futuro dei 55 dipendenti per cui la «Garibaldi» ha aperto le procedure di mobilità. «Il passaggio dal sistema assistito a quello imprenditoriale non ha prodotto gli effetti sperati – ha proseguito Silvestro – se poi aggiungiamo la congiuntura sfavorevole del momento, la progressiva smobilitazione degli impianti ferroviari, la ricerca di percorsi alternativi dopo il disastro di Rometta, ecco spiegata la crisi della “Garibaldi”». Crisi che i sindacati puntano a superare con un accordo in sede aziendale per salvaguardare il maggior numero possibile di dipendenti a rischio, non ultimo quello di proporre contratti stagionali. Filcams/Cgil e Uiltucs/Uil (rappresentata dal segretario Giuseppe Benanti) hanno chiesto infatti il rispetto dei tempi previsti per le procedure collegate ai licenziamenti collettivi e cioè 45 giorni per raggiungere un accordo in sede aziendale ed eventuali 30 ulteriori giorni se intervenisse l'Ufficio provinciale del Lavoro. I lavoratori che rischiano il posto — La decisione di procedere a 55 licenziamenti è maturata venerdì scorso, al termine del CdA della «Società cooperativa di navigazione Garibaldi» (sede legale in via S. Raineri, 25) presieduto da Giovanni Settineri, che ha deciso di procedere a un piano di riorganizzazione. Il provvedimento colpisce tutti i settori e questi, in dettaglio, sono i numeri: al «Lido di Mortelle-Giardino delle Palme» 25 (6 commis di sala, 3 addetti alla portineria, 3 addetti alla pulizia, 2 camerieri, 2 baristi, un mâitre, un cuoco, un aiuto cuoco, un commis di cucina, un pizzaiolo, un aiuto barista, un operaio comune, un cassiere e un gelatiere); al bar della stazione centrale 15 (4 aiuto banconista, 4 cassieri, 3 banconisti, un responsabile, una commessa, un addetto alla pulizia e un cartellista); al bar della stazione marittima, dove la «Garibaldi» partecipa a una società con «Carani & Colosi», 6 (3 baristi, 2 aiuto barista e 1 cassiere); nei bar a bordo delle flotta «Bluvia», 4 aiuto barista e nella rosticceria 4 (2 aiuto rosticciere, 1 rosticciere, 1 lavoratore catering e 1 operaio di fatica). Nubi nere su «Conad» e «Girasole» — Si fa sempre più nero l'orizzonte per i lavoratori siciliani e calabresi del «Gruppo Conad e Girasole». Ieri mattina, alle 11, nel corso di un incontro presso la sede del Ministero del Lavoro di via Fornovo, a Roma, tra i curatori fallimentari di «Comart» e «Cedi Puglia» e le segreterie nazionali, regionali e provinciali di Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil, nessuna proposta concreta per il rilevamento dei punti vendita è giunta. «E se non c'è proposta, c'è il fallimento», hanno sentenziato i liquidatori delle due società. I sindacalisti presenti alla riunione, però, sono riusciti ad ottenere una proroga di 24 ore e, quindi, l'aggiornamento dell'incontro a stasera. M. M.
|