16/5/2003 ore: 11:30

Lecce. Può continuare l'attività di vendita Carrefour

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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO



16 maggio 2003
LECCE
1- Può continuare l'attività di vendita Carrefour
2- Il licenziamento si allontana


I magistrati fanno marcia indietro e consentono l'ingresso delle merci nei capannoni che però restano «sigillati».
Può continuare l'attività di vendita Carrefour, sbloccati i rifornimenti
Ma il sequestro impedisce l'apertura di Conbipel. Congelati 40 posti di lavoro



CAVALLINO 
La Procura fa dietro-front. C'è stato un mezzo passo indietro per tutelare i lavoratori: Carrefour ed Unieuro restano sotto sequestro, ma lo spettro della chiusura non incombe più. I magistrati, infatti, hanno dato l'ok all'approvvigionamento di nuove forniture. Non c'è più il vincolo delle scorte. Accogliendo la richiesta dei difensori, i sostituti procuratori Carolina Elia, Imerio Tramis e Marco D'Agostino, hanno modificato il provvedimento di sequestro, cancellando la postilla che imponeva la chiusura dopo l'esaurimento delle scorte in magazzino. La decisione è stata adottata ieri mattina: è arrivato prima il via libera alla prosecuzione dell'attività di Carrefour (come richiesto dall'avvocato Gaetano Centonze che assiste la G.S.) poi quello alla Unieuro (assistita dall'avvocato David Dell'Atti). I sigilli, però, restano. Terreni ed opere restano sequestrati. E così l'inaugurazione di Conbipel slitta. La riunione operativa che sarebbe dovuta servire a definire assunzioni ed apertura è saltata. Il taglio del nastro non ci sarà più. Era previsto per il 13 giugno, ma il provvedimento dei magistrati ha fatto saltare i piani. Niente inaugurazione e niente posti di lavoro. Il colosso della pelle ne aveva programmati circa quaranta.
Il capannone è sotto sequestro insieme con gli altri 13 edifici commerciali di media superficie in via di realizzazione nel comparto "E": considerate in maniera unitaria occupano una superficie coperta di 38.840 metri quadrati. Tutto sotto sequestro in quanto corpo del reato di lottizzazione edilizia abusiva. Accusa che, al momento, viene ipotizzata solo nei confronti dell'imprenditore Tommaso Ricchiuto e di altre persone in corso di identificazione. Al vaglio dei magistrati vi è la condotta degli amministratori pubblici di Cavallino: «Emerge chiaramente - spiegano i magistrati - che la sistematica violazione delle norme in materia di legge statale, regionale e di piano poste a presidio del corretto assetto del territorio, perpetrata dagli amministratori risponde al preciso ed inequivocabile disegno di realizzare più di quanto era possibile nelle aree assegnate dal Comune alla Ipersalento, al fine esclusivo di favorire quest'ultima».
La clamorosa svolta con i sequestri di Carrefour, Unieuro e tutto il resto, è arrivata nell'ambito dell'inchiesta avviata dopo gli attentati a Ricchiuto e all'assessore Ennio Cioffi che, dopo una perquisizione in casa, è indagato per abuso e corruzione. L'ipotesi di reato riguarda anche il figlio per via del rilascio di alcune concessioni per i negozi presenti nella galleria di Carrefour.
Adesso, però, i magistrati, sulla scorta della perizia eseguita dai consulenti Giuseppe e Domenico Ferri, ritengono illegittime tutte le concessioni edilizie rilasciate dall'Ufficio tecnico di Cavallino, ma sollevano anche alcuni questioni urbanistiche: la realizzazione del parco commerciale in un'area destinata ad insediamenti industriali e artigianali; un aumento della volumetria a danno di parcheggi e verde; il mancato rispetto delle distanza dalla statale Lecce-Maglie. Un vizio che riguarda lo stabile occupato da Unieuro: sarebbe a venti metri dalla strada, mentre dovrebbe trovarsi ad una distanza di 40 metri. I magistrati ricordano bene quanto è accaduto in occasione dell'inaugurazione e delle festività natalizie: i clienti erano costretti a parcheggiare sulla statale, provocando anche problemi di sicurezza.
Intanto sulla questione intervengono i sindacati.

La segreteria della Cgil e della Filcams Cgil ribadiscono l'urgenza di un incontro con l'azienda e con le associazioni del commercianti per discutere del futuro occupazione dei lavoratori. I sindacati chiedono di conoscere il «Piano industriale aziendale, le strategie di sviluppo e gli strumenti per stabilizzare l'occupazione». La Cgil ritiene indispensabile riproporre l'urgenza di un confronto con la Regione e la Provincia per definire le prospettive degli attuali insediamenti commerciali.
Anche i Democratici di sinistra di Cavallino e di Castromediano fanno sentire la propria voce. «Il sequestro per lottizzazione edilizia abusiva costituisce un grave atto di accusa anche all'attività amministrativa con la quale sono state definite in modo discutibile le modifiche al piano degli insediamenti produttivi e gestita l'attività concessoria».

A colloquio con il personale dei negozi nella Galleria e dei due ipermercati
I dipendenti si rasserenano

Il licenziamento si allontana, il futuro adesso è un po' meno cupo.


Sequestro penale delle strutture di vendita, atto secondo. La scena cambia completamente. Il nervosismo e la preoccupazione dei dipendenti Carrefour e Unieuro, lasciano il posto a un atteggiamento più sereno. L'effetto del dissequestro delle forniture da parte dei magistrati. Le bocche sono ancora cucite. I parcheggi, però, sono pieni.
«E' l'effetto curiosità - commenta uno degli addetti - come se la gente volesse guardare in faccia tutti i 600 operatori Carrefour, fra ipermercato, galleristi e indotto. Le vendite sono aumentate». Si parla infatti di almeno duemila persone coinvolte dal provvedimento di sequestro. Oltre ai dipendenti c'è da considerare i consulenti, i promoter e i dimostratori, la sorveglianza, i vetrinisti e tutto un giro di operatori dell'indotto. «Non solo, ma proprio ieri hanno abbandonato il loro posto di lavoro gli operai dell'impresa di Ricchiuto che sta costruendo altri lotti a due passi dal centro Carrefour - fa sapere uno degli operatori ben informato - Sono danni che si sommano».
Le reazioni dei clienti sono dettate dallo stupore e dall'indignazione. «Carrefour deve rimanere aperto, non si può intervenire sempre dopo. Bisognava controllare prima» sbotta Brizio Montinaro, di Lecce. «Sono provvedimenti assurdi. In una zona industriale come questa - osservano Vincenzo Buttazzo e la moglie Concetta Panico di Lequile - non si può usare tanto rigore. Abbiamo bisogno di posti di lavoro, se interviene anche il magistrato siamo rovinati». «Il giudice fa bene a proseguire le indagini e ha fatto una cosa lodevole quando ha dissequestrato le scorte - osservano Donato Picci e la moglie Antonella, di Lecce - Anche il caso Gum ha creato disoccupazione. Cosa fa questa gente? Il magistrato deve controllare all'inizio, non alla fine, quando ormai una struttura è entrata in funzione». «Secondo me Carrefour e strutture di questo genere rovinano il piccolo commercio» dice un commerciante di abbigliamento di Taurisano. La vita all'interno del Centro commerciale riprende anche per Unieuro. Anche qui i trenta dipendenti appaiono più sereni.


Cesare Mazzotta

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