11/10/2005 ore: 12:43
Le cinque vite di Via Lima 51
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ECONOMIA ITALIANA -Pagina 21 Confcommercio La nuova sede - Una girandola di passaggi di proprietà I contatti tra Billè e Ricucci nascono in una festa a Roma, organizzata da una nota casa automobilistica, con la presenza di diversi personaggi dello spettacolo. Da quel giorno ci sarebbero stati altri incontri e a Billè viene presentato anche Fiorani. Secondo una ricostruzione, il 6 luglio scorso Billè partecipa a una colazione di lavoro, con Ricucci e Fiorani, alla quale sono presenti anche Gennaro D'Amico (ex dipendente di Bankitalia arruolato poi da Bpi) e Attilio Savarè, manager della stessa banca lodigiana. In quel periodo è in corso la scalata su Antonveneta: si sarebbe parlato anche dell'immobile in via Lima 51. Lo scopo: adibirlo a sede della Confcommercio e della Confimmobiliare. Quest'ultima è un'associazione (nata in competizione con Assoimmobiliare) che raggruppa oltre alla Magiste di Ricucci, cinque banche (Carige, Intermobiliare, Banca Nuova, Deutsche Bank e Meliorbanca), la Nuova Merchant di Livolsi, Paolo Ligresti e Claudio Lotito. Secondo gli inquirenti, l'immobile sarebbe dovuto passare da Ricucci alla Confcommercio per 60 milioni di euro, con 39 di acconto. Billè avrebbe dovuto inoltre utilizzare suoi fondi personali presso Banca Esperia. Aspetto abbastanza strano, secondo la Procura. Nella vicenda è da chiarire anche il ruolo della Ada Srl, società romana dalla quale sarebbe dovuto transitare l'immobile. Ada è stata controllata prima da Absolu e poi da Ariane, holding lussemburghesi gemelle: entrambe sotto il controllo della Garlsson, scatola caraibica che è entrata anche nella vicenda Antonveneta per aver acquistato 100 milioni di titoli dell'istituto padovano. Ada ha come amministratore Giacomo Cavallo, peofessionista contitolare dello studio Franzoni. Per le cronache. Guglielmo Fransoni è un avvocato d'affari che ha relazioni strette con Ricucci e risulta amministratore della stessa Garlsson. Secondo la ricostruzione del Sole-24 Ore, restano impressionanti i passaggi di proprietà dell'immobile di via Lima 51 prima dell'ingresso nella vicenda di Billè. Nel 2000 faceva infatti capo a una Srl che l'aveva comprato per quasi 12 miliardi di lire (circa 6 milioni di euro) da Assitalia: la Etablissement Filos con sede a Milano controllata dalla Raneda Sa. Quest'ultima, misteriosa holding del Granducato con indirizzo in Avenue de la Porte Neuve, ha avuto tra gli amministratori Luigi Gargiulo, direttore finanziario della Magiste, e Francesco Bellocchi, socio in affari, in passato, del marito di Anna Falchi. Ultimi amministratori della Raneda sono stati nel 2003 Francesca Docchio e Marco Sterzi, altri professionisti presenti anche nell'altra lussemburghese di Ricucci, la Magiste International. Dopo aver ceduto i propri attivi, la Raneda viene liquidata con l'aiuto dei commercialisti milanesi Severgnini. La storia dell'immobile di via Lima continua nel dicembre 2000: il palazzo passa da una mano all'altra di Ricucci e viene ceduto alla Magiste Spa. Ma quattro mesi dopo cambia ancora di proprietà: passa alla bresciana Immobiliare Il Corso. Chi c'è dietro quest'ultima? Facile indovinarlo: la galazzia bresciana di Gnutti, cioè Hopa e Fingruppo. Il palazzo di via Lima resta parcheggiato nell'immobiliare bresciana per tre anni, ma nel frattempo la società veicolo cambia gli azionisti. Nel 2002 unico socio è Bipielle Real Estate. Il 29 dicembre 2004 il palazzo di via Lima viene trasferito dalla Immobiliare Il Corso alla Magiste Re e ritorna quindi dopo quattro anni a Ricucci. Prezzo pagato: 12 milioni di euro. E contemporaneamente segue lo stesso destino anche l'immobiliare bresciana, ceduta da Bipielle a Magiste Spa. Tuttavia, il giorno dopo, l'immobiliare Il Corso è venduta a un privato per qualche migliaio di euro: Ezio Candela, anziano professionista esperto in fallimenti. Infine, nel marzo 2005 l'edificio passa alla Magiste Re Property. Il resto è storia di questi giorni, con i 39 milioni versati da Billè. |