La «Sms generation» spiazza i delegati

La ?Sms generation? spiazza i delegati
Le giovani tute blu non si considerano metalmeccanici a vita e sposano l’idea della flessibilit?
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI RIMINI - Il dato limite ? quello della Ericsson di Roma dove i lavoratori metalmeccanici under 35 anni arrivano al 70%. La media nazionale ? pi? bassa ma non di tantissimo: oltre il 50%. Grazie al turnover i giovani sono entrati nelle vecchie cattedrali dell’industria manifatturiera e allo stesso tempo hanno cominciato ad affollare anche i luoghi del lavoro postmoderno come i call center. Tanto afflusso di sangue nuovo ha fatto tirare un sospiro di sollievo al sindacato che, seppur tra mille difficolt?, ha ricominciato a far tessere. Poi ? arrivato il provvedimento governativo sull’articolo 18 ed ? stata proprio questa nuova generazione di ?strane? tute blu a riempire comizi e cortei. Risultato: i sindacalisti pi? grintosi e gauchisti si sono sentiti rassicurati, temevano di tramontare senza lasciare eredi. Ma ? veramente cos?? O forse la staffetta generazionale imporr? nel tempo cambiamenti profondi al tradizionale modo di fare sindacato tipico dei metalmeccanici? Va detto anzitutto che il profilo socio-antropologico delle nuove tute blu ? identico a quello dei loro coetanei. Stesso amore per le griffe, stessa telefoninomania, stesso slang. La Sms generation, che lavori in fabbrica o frequenti l’universit?, ha fortissimi tratti in comune. Non era cos? per i loro padri che hanno fatto scrivere agli intellettuali di sinistra migliaia di pagine sulla diversit? della cultura operaia. ?Anche l’approccio con il sindacato ? cambiato con il tempo, ? diventato utilitaristico e ha perso quasi del tutto i connotati ideologici e di schieramento politico?, dice Fernando Liuzzi (Fiom-Cgil). Ci si rivolge all’una o all’altra sigla confederale per combattere il mobbing in azienda pi? che per contrastare l’organizzazione del lavoro o contrattare le qualifiche. Secondo un’indagine Fiom-Cgil sulle fabbriche del software, i lavoratori ritengono che ?le tecnologie sostituiscano lavoro di bassa qualit? e liberino risorse creative? e, quindi, non sono spaventati dalla rapidit? con la quale l’innovazione rende obsoleto il lavoro specialistico. Ma la vera cesura con il passato ? un’altra: i giovani entrati in fabbrica negli ultimi anni non si considerano metalmeccanici a vita. Il loro itinerario professionale ? tutto da scrivere perci? puntano a contrattare chance piuttosto che affermare veti. Si sta facendo largo - lo testimonia un’altra ricerca che sar? illustrata nei prossimi giorni dall’organizzazione non governativa Alisei - una concezione di mobilit? e flessibilit? come idea moderna di lavoro. E ci? vale non solo per il Nord-Est, ma anche per zone caratterizzate da rigidit? del mercato del lavoro.
|
 |
Dario Di Vico
|
 |
 Economia
|
 |
 |
|
 |
|
|
Per offrire una migliore esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie anche di terze parti.
Chiudendo questo banner o cliccando al di fuori di esso, esprimerai il consenso all'uso dei cookie.
Per saperne di più consulta la nostra Privacy e Cookie Policy