La grande distribuzione: «Via lo scontrino fiscale»

Venerdí 21 Novembre 2003
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La grande distribuzione: «Via lo scontrino fiscale»
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MILANO - Per la grande distribuzione resta l’obbligo dello scontrino fiscale, nonostante le norme sul concordato. Ma si tratta di un obbligo del tutto inutile, anzi dannoso. A sostenerlo è la Faid-Federdistribuzione, associazione che raggruppa le aziende della grande distribuzione. Dice il presidente Giovanni Cobolli Gigli: «Auspichiamo che l’obbligo di emettere lo scontrino ai fini fiscali, che attualmente resiste solo in Italia, venga eliminato anche per le grandi imprese di distribuzione. La norma sul concordato, infatti, la limita a chi può accedere all’intesa triennale». Per la grande distribuzione non è decisiva l’eliminazione dello scontrino in sé, che, secondo Cobolli Gigli, «mantiene un’importanza fondamentale. È la "memoria fiscale" a costituire un problema». Che per di più non porta vantaggi al Fisco: «Le grandi imprese — afferma — non vengono controllate sulla base degli scontrini: le verifiche si fanno sulla contabilità». A preoccupare la Faid è quindi «il carattere fiscale del registratore, che comporta elevati oneri a carico delle aziende stesse: ben 900 euro per registratore fiscale, da applicarsi sulle migliaia di casse presenti nei punti vendita delle imprese di grande distribuzione».
MASSIMO MASCINI
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