Firenze, uccisa nel supermercato
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sabato 17 dicembre 2005
Pagina 25 - Cronaca
La porta non è stata forzata: forse il killer conosceva la vittima colpita con un trincetto. Il corpo trovato ieri mattina
Firenze, uccisa nel supermercato
Era la vicedirettrice. Spariti quattromila euro: la pista della rapina
MICHELE BOCCI
FIRENZE - Distesa nel magazzino del supermarket con il cuore spaccato dall´affondo di una lama, forse quella di un grosso trincetto. Così è stata trovata Emanuela Biagiotti, 32 anni, da una collega che ieri mattina intorno alle 7.30 è entrata per iniziare il suo turno di lavoro nel discount Penny market di via Palazzo dei Diavoli, alla periferia di Firenze. Una rapina, a questo pensa per ora la polizia, visto che dalla cassaforte del negozio sono scomparsi oltre 4.000 euro. Ma ci sono dei particolari che non quadrano, che lasciano pensare che quell´uomo entrato intorno alle 7, forse da una porta posteriore, conoscesse la vittima, o comunque il supermercato. Sapesse cioè che le chiavi della cassetta di sicurezza le aveva addosso lei, che la cassaforte si trova in un ufficio e che il negozio non è sorvegliato da telecamere. E l´uomo sembra entrato senza forzare alcuna porta.
Emanuela Biagiotti ieri era al lavoro dalle 6.30, per ricevere i fornitori dal retro. Erano già passati quello del pane e quello della carne, le ultime due persone ad averla vista viva. Intorno alle 7 nel supermercato è entrato l´assassino. Non è chiaro se la porta sul retro fosse aperta, se l´uomo sia entrato con una scusa o se la vittima lo conoscesse e lo abbia fatto passare. Una volta dentro, ha prima preso per il collo la donna e poi l´ha colpita dritto nel cuore, usando forse uno dei due grossi taglierini per aprire gli imballaggi trovati accanto al cadavere. «Un omicidio brutto, tragico», ha commentato il pm, Paolo Canessa, che ha seguito il caso del mostro di Firenze e di delitti ne ha visti molti. È lui a coordinare le indagini della squadra mobile di Filippo Ferri. Mentre iniziava l´agonia della donna, durata alcuni minuti, e nel magazzino si allargava una macchia di sangue, l´assassino le prendeva la chiave della cassaforte interna, nascosta in un ufficio defilato. Non si è curato di portare via l´arma del delitto, se ha usato uno dei due temperini (cosa che verrà chiarita oggi dall´autopsia), ma ha riservato maggiore attenzione alla cassaforte. Dopo aver preso i 4 mila euro l´ha richiusa e si è messo in tasca la chiave. Poi ha chiuso la porta sul retro ed è sparito, lasciando dietro di sé un giallo. Perché ha deciso di agire prima dell´ora di apertura, quando nei negozi non ci sono soldi? Come mai è stato così violento con una donna minuta, che difficilmente avrebbe opposto resistenza ad una rapina, e a cui tra l´altro non ha rubato il portafogli ed il cellulare? E poi forse sapeva che in quel supermercato non ci sono telecamere. Squadra mobile e procura indagano. Ieri hanno sentito i due fornitori e hanno parlato anche con i genitori e il fidanzato con cui Emanuela aveva da poco comprato casa a Prato. Hanno avuto la descrizione di una donna senza problemi o timori di nessun tipo.
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