Fiat accelera sulla strada newco a Pomigliano cassa in deroga
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TORINO - La Fiat ha chiesto al ministero del Lavoro la cassa integrazione in deroga per lo stabilimento di Pomigliano. Una mossa che rivela l´intenzione del Lingotto di procedere sulla strada della newco, la nuova società nata nelle scorse settimane per la produzione della Panda. La cig al vecchio stabilimento di Pomigliano scade il 15 novembre prossimo. La Fiat avrebbe potuto chiedere una nuova cassa integrazione per ristrutturazione, visti gli ingenti investimenti (750 milioni) messi in campo per realizzare i nuovi impianti produttivi. Così facendo, però, spiegavano ieri a Torino, non si sarebbe creato quello stacco normativo tra la vecchia società e la nuova che servirà a modificare profondamente le relazioni tra azienda e sindacati, escludendo dalle trattative nella nuova fabbrica le organizzazioni come la Fiom che non hanno sottoscritto i recenti accordi con il Lingotto.
Per questi motivi, la scelta di ricorrere alla cassa in deroga a Pomigliano ha suscitato le proteste dei metalmeccanici della Cgil: «Sorprende - dice il responsabile auto, Giorgio Airaudo - che l´azienda rinunci alla cassa integrazione per ristrutturazione e scelga, invece, quella in deroga per poter realizzare la newco». Diverso il punto di vista del segretario generale della Fim, Giuseppe Farina: «Anche noi non amiamo la strada della newco perché pensiamo che si possa far nascere la nuova Pomigliano rimanendo nel contratto nazionale e in Federmeccanica. E´ però certo che se la Fiat sceglie quella strada è anche per una posizione della Fiom che non può pretendere di bloccare con il suo no un investimento da 750 milioni».
La strada della newco potrebbe essere seguita anche negli altri stabilimenti italiani? «Siamo contrari a Pomigliano e dunque saremmo contrari anche altrove - dice Farina - ma certo che se la Fiat si trovasse altrove di fronte alla stessa situazione della Campania, rischieremmo di avere altre newco». Una situazione che finirebbe per far uscire gli stabilimenti Fiat da Confindustria. «Altre newco? Sarebbe la dimostrazione del fatto che, se nessuno chiede impegni, la Fiat alza sempre più l´asticella», commenta Airaudo. Che rilancia: «Serve una trattativa seria con Fiat che garantisca nuovi prodotti e nuove produzioni in Italia. Se poi si vuole affrontare il tema dei contratti si può pensare a un contratto nazionale dell´industria e a un contratto di secondo livello per tutta la filiera dell´auto: chi lavora nelle aziende della fornitura è oggi totalmente legato a quanto avviene negli stabilimenti di montaggio finale». L´idea di tante newco quanti sono gli stabilimenti italiani della Fiat non stupisce il segretario nazionale del Fismic, Roberto Di Maulo: «Mi si deve dare atto che io l´avevo previsto da mesi. Io non ho mai detto che lo schema dell´accordo di Pomigliano era applicabile solo a Pomigliano. Ho sempre saputo che le probabilità di estenderlo agli altri stabilimenti erano molto alte». Finora sul tema la Fiat non si è espressa ufficialmente limitandosi a dire che «verranno valutate caso per caso le situazioni dei diversi stabilimenti».