Cossiga «Si inquinano le indagini»

(Del 1/7/2002 Sezione: Interni Pag. 4)
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Cossiga «Si inquinano le indagini» |
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ROMA «Sembra quasi che sollevando questo polverone si siano volute inquinare le indagini e tenerle lontane da ambienti di estrema sinistra o dei dintorni del sindacato dove esse potevano andare a ricercare i mandanti e gli esecutori dell'assassinio di Marco Biagi». Lo sostiene su «Libero», Franco Mauri, pseudonimo sotto il quale si cela l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga. E a proposito delle lettere del collaboratore del ministero del Welfare Cossiga osserva: «Dalla lettura delle lettere del povero Biagi ho tratto l'impressione che egli fosse un uomo profondamente turbato e spaventato, il quale però sapeva poco di politica e anche di sindacalismo». Per l'ex capo dello Stato «è sorprendente e inquietante» che sia stato un «giornale di estrema sinistra» a rendere note queste lettere, «contenenti così gravi accuse non solo al leader ma in realtà a tutto il sindacato». L´ex Presidente spiega così quello che sta succedendo: «Da una parte si usano le accuse infamanti di Biagi nei confronti di Cofferati per far passare in seconda linea il problema della mancata protezione del professore assassinato. E dall'altra parte si usa il problema per far dimenticare che l'accusa a Cofferati di averlo criminalizzato e di essere in pratica il mandante morale delle minacce contro di lui proviene dall'assassinato Marco Biagi, della cui figura il centrosinistra, specie quello cattolico, si è subito impadronito come quella di un eroe civile della propria parte». Il senatore a vita ricorda poi che fu Marco Biagi, «insieme al Presidente della Confindustria, l'ineffabile D'Amato» ad aver convinto Berlusconi «che non sapeva e non credo neanche ora sappia di cosa si tratta, a impuntarsi su una questione che la stessa gran parte dell'industria italiana considera del tutto marginale, quella delle garanzie contro i licenziamenti previsti dall'articolo 18».
r.i. |
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