Cofferati: sciopero generale il 5 aprile

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Cgil rompe gli indugi: Governo arrogante e le imprese puntano a indebolire i contratti - Pezzotta: faccia pure, noi andiamo al tavolo
Cofferati: sciopero generale il 5 aprile Angeletti: negoziamo purch? non si parli di licenziamenti, altrimenti scatta la protesta Lina Palmerini
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ROMA - Non ? stato un colpo di scena la proclamazione dello sciopero generale della Cgil. Ieri il direttivo di Corso Italia ha fissato solo il giorno, il 5 aprile, ma la proposta era gi? stata lanciata dal congresso di Rimini. Sergio Cofferati dice di aver seguito ?con linearit? e coerenza? un percorso tracciato fin dalla presentazione del Governo della delega-lavoro, in cui sono scritte le nuove norme sui licenziamenti. Un cammino condiviso con Cisl e Uil anche nella piazze (con gli scioperi articolati) ma arrivato al capolinea mercoled? sera con il rilancio al dialogo del Governo che ha sospeso l'iter parlamentare della delega per due mesi e aperto un confronto con il sindacato, anche sulla riforma dell'articolo 18. Qui si sono divise le strade: Savino Pezzotta e Luigi Angeletti che accettano di affrontare la trattativa, la Cgil che sceglie di rimanerne fuori. Un'autoesclusione che ha una ragione chiara: ?La Cgil non negozia i diritti fondamentali n? con il Governo, n? con le imprese?, ha ripetuto ieri Cofferati ricordando che per la sua confederazione resta valida l'impostazione originaria e unitaria, senza stralcio delle modifiche all'articolo 18 non si tratta. E si sciopera ?anche da soli?. A dividere Cgil, Cisl e Uil (che si vedranno luned?) sembra siano i tempi e il metodo, pi? che i contenuti: per tutte e tre le confederazioni, infatti, il Governo deve fare marcia indietro e abbandonare le modifiche sui licenziamenti. Lo hanno ripetuto anche ieri i tre leader sindacali ma l'unit? sull'obiettivo si ? persa nelle diverse posizioni tattiche e nella diversa scadenza temporale delle iniziative di lotta. Cofferati giocher? la carta di ?una grande manifestazione? il 23 marzo (un sabato), e il 5 aprile quella dello sciopero generale. La Uil, invece, traccia un percorso diverso senza escludere lo sciopero generale. Luigi Angeletti sceglie di trattare su tutti i punti della delega-lavoro ?tranne quello sulle modifiche all'articolo 18 su cui non discuteremo mai?, ha detto il leader, Luigi Angeletti. Solo a questo punto del negoziato, solo se il Governo andr? avanti e ?riproporr? le nuove norme sui licenziamenti?, scatter? ?lo sciopero generale?. Un'eventualit? che potrebbe anche non verificarsi, dice fiducioso Angeletti: ?Il premier ha detto che non bisogner? intervenire necessariamente sull'articolo 18: quelle norme che ora sono state bloccate, dopo la trattativa devono finire nel cestino?. Intanto il 16 marzo la Uil lancia il work day, per sensibilizzare in tutti i collegi elettorali l'opinione pubblica sulle richieste sindacali. Una strategia del consenso che tiene lo sciopero generale come arma finale di contrasto. Una tattica su cui si ritrova anche la Cisl (ieri si ? riunita la segreteria) che valorizza i risultati portati a casa della sospensione della delega-lavoro e apertura di un negoziato ma allo stesso tempo rilancia iniziative autonome come la carovana del lavoro (11-15 marzo) senza escludere lo sciopero generale ?se alla fine del confronto il Governo dovesse riproporre le stesse misure sui licenziamenti e sull'arbitrato?. Savino Pezzotta ieri ha commentato lo sciopero deciso dalla Cgil: ?dipende da loro, noi andremo al confronto?, ha detto spiegando che ?il dialogo serve per tutelare i diritti dei lavoratori?. Per Cofferati, invece, la proposta di dare due mesi di tempo alle parti sociali per un avviso comune ?? un atto di arroganza del Governo, finalizzato solo ad addossare alle parti la responsabilit? di una mancata intesa?. Una mossa che consentir? al Governo di ?avere mano libera?. Ma per Cofferati ? in arrivo anche un'altra polpetta avvelenata: la modifica degli assetti contrattuali. ?Mi risulta che sabato a Torino la Confindustria proporr? una modifica dei livelli, puntando a indebolire la contrattazione su imitazione di quanto avviene negli Usa e in Giappone?. E rilancia a Maroni la palla sull'articolo 18: ?Estendetelo anche ai partiti e ai sindacati?. Intanto ieri le categorie dei meccanici della Cisl e della Uil si sono dette pronte allo sciopero generale se il Governo non stralcer? le modifiche sui licenziamenti mentre in Emilia, in Piemonte e in Lombardia ci sono state mobilitazioni e scioperi. ?Il sindacato sincronizzi gli orologi?, ha suggerito Pierluigi Bersani responsabile economico dei Ds mentre l'ex leader della Uil, Giorgio Benvenuto ha ricordato ai sindacati un vecchio adagio: ?Attenzione a non cadere nella trappola del divide et impera?. Venerd? 22 Febbraio 2002
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