Un problema in più per Cit, già alle prese con una difficile situazione finanziaria. Secondo alcuni organi di stampa, la Iata, l'associazione alla quale aderiscono le maggiori compagnie aeree, ha sospeso temporaneamente il mandato alla Compagnia italiana turismo per l'emissione di biglietti. L'inatteso stop sarebbe dovuto al mancato pagamento del 40% dei circa 5,5 milioni di euro per biglietti già venduti a maggio. Si tratterebbe, quindi, di un debito di circa 2 milioni di euro. Ciò non rappresenta certo una revoca del mandato, ma costituisce soltanto un blocco cautelativo, in attesa del pagamento dell'intera somma, ancora non versata alla Iata. Basterà quindi alla Cit saldare il versamento richiesto, per poter nuovamente riprendere l'attività di vendita dei biglietti aerei. Ieri fonti vicine alla Cit hanno replicato duramente agli articoli di stampa, negando la veridicità delle notizie e annunciando un comunicato. Il titolo, sospeso dalle contrattazioni, proprio in attesa di notizie più precise, non è stato riammesso fino alla fine della seduta. La stessa Cit, procrastinando di ora in ora la pubblicazione, ha ammesso che Borsa italiana ha preso tempo prima di dare il via libera. Il che, di per sé, non vuol dire nulla, se non la messa a punto di dettagli che piazza Affari richiede agli emittenti per far sì che il mercato sia messo al corrente del maggior numero di informazioni, le più chiare possibili. Però fa riflettere.
Tale intoppo cade proprio alla vigilia della prossima assemblea dei soci, in programma martedì, in cui si dovrà deliberare il rinnovo del cda e dove, a quanto risulta a ItaliaOggi, si ufficializzerà l'ingresso di un nuovo socio, pronto a immettere risorse fresche nelle casse della società.
Non c'è dubbio che, al di là della definizione di questa vicenda, tale stop appesantisce l'immagine del gruppo, impegnato a migliorare il conto economico (il bilancio del 2003 ha visto 255,6 milioni di euro di fatturato, un mol di -18,2 mln e una perdita di 40 mln, con un patrimonio netto di 26,7 mln), anche attraverso la dismissione di parti del patrimonio immobiliare.
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