29/1/2002 ore: 9:38

Bipop, anche le Coop vanno in rosso

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I rapporti incrociati tra l’istituto di credito bresciano e le cooperative reggiane alle prese con il crollo dei titoli

Bipop e le coop rosse: intrecci e perdite da 100 milioni di euro

      MILANO - I guai della Bipop, l’ex banca prodigio della new economy, rischiano di costare cari anche alle grandi cooperative rosse. Negli anni del boom in Borsa, grandi aziende come la Coop consumatori Nordest di Reggio Emilia si erano alleate all’istituto bresciano comprandone importanti pacchetti azionari. E adesso, dopo il crollo delle quotazioni borsistiche, le perdite complessive potrebbero sfiorare i 100 milioni di euro, quasi 200 miliardi di lire. Renzo Testi e Pasquale Versace, due manager di punta delle Coop, hanno gi? dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Bipop, mentre nel movimento cooperativo montano le polemiche sugli affari con la banca bresciana. Critiche anche sulle operazioni concluse attraverso le societ? Par.co e Abax informatica, controllate dalle Coop.
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      Malagutti


LA STORIA / Investimenti e affari in comune tra le aziende della Lega e l’istituto bresciano

Bipop, anche le Coop vanno in rosso


Per le cooperative perdite fino a 100 milioni di euro sui titoli della banca

      MILANO - Se non ? una resa dei conti, poco ci manca. L’avventura Bipop costa cara alle Coop, forse un centinaio di milioni di euro, cio? circa 200 miliardi di lire. Ma, numeri a parte, appare sempre pi? debole la posizione di alcuni manager di punta della finanza rossa, quelli che hanno gestito in prima persona l’intesa con la banca bresciana, rivelatasi un disastro. Non per niente, una ventina di giorni fa, si sono fatti da parte, rassegnando le dimissioni dal consiglio di Bipop, i due amministratori Renzo Testi e Pasquale Versace, ovvero manager che rappresentavano il movimento cooperativo al vertice della banca bresciana. Per loro era diventato davvero difficile mantenere ben salda la poltrona quando dall’interno delle coop rosse si moltiplicavano le richieste di un taglio netto con il passato.

      GUAI AL SUPERMARKET - Non ? solo questione di perdite in bilancio. Il fatto ? che negli ultimi due anni alcune grandi aziende cooperative hanno fatto da spalla a Bipop in pi? di un affare. E adesso quelle operazioni tornano a galla, sollevano dubbi e proteste nel mondo cooperativo. Tutto cominci? un paio di anni fa come un semplice investimento finanziario. Quando la Bipop correva al galoppo sul listino, gli uomini delle Coop non hanno perso tempo. L’occasione era ghiotta. La Cassa di Reggio Emilia era appena finita tra le braccia del rampantissimo istituto lombardo e anche nella citt? emiliana, culla della cooperazione, abbondavano i tifosi di Bruno Sonzogni e della sua banca innovativa. Cos?, alla fine del 1999, scese in campo la Coop consumatori Nordest, un colosso dei supermercati da 750 milioni di euro di giro d’affari (1.500 miliardi di lire), di cui Testi era presidente fino all’estate scorsa. A pi? riprese l’azienda di grandi magazzini e ipermercati compr? oltre 9 milioni di titoli Bipop. E, a dicembre del 2000, quando la banca bresciana var? in Germania l’acquisizione di Entrium, l’operazione che di fatto fin? per dare il colpo di grazia alle quotazioni borsistiche dell’istituto, la Coop Nordest si impegn? a comprare altre 672 mila azioni Bipop al prezzo di 8,45 euro.


      PARACADUTE ROTTO - Solo che di l? a poco i titoli colarono a picco in Borsa. Serviva un paracadute e i manager reggiani si erano gi? preparati. In pratica, trasferirono il loro pacchetto Bipop alla Omega srl, una minuscola societ? controllata al 100% dalla stessa Coop Nordest. Omega per l’occasione si indebit? pesantemente con le banche. Nell’esercizio 2000 il trasloco frutt? una plusvalenza di 130 miliardi nel bilancio civilistico della cooperativa, su 163 miliardi di profitti complessivi. I guai per? arrivano adesso, perch? la Omega si trova in carico azioni pagate 148 miliardi di lire (76 milioni di euro), che ora valgono 30 miliardi di lire (poco pi? di 15 milioni di euro).


      AMICI A BRESCIA - La caduta di Bipop ha lasciato il segno sui conti di grandi sigle del movimento cooperativo come Unieco (edilizia) e Ccpl. E se la passa davvero male anche la Parco di Reggio Emilia, un’altra finanziaria (presieduta da Versace) di cui la Coop Nordest ? il principale socio con il 28,4% del capitale. Anche la Parco compr? 611 mila azioni Bipop derivanti dall’operazione Entrium pagate 8,45 euro ciascuna per un totale di circa 10 miliardi di lire, ovvero 5,1 milioni di euro. E questo pacchetto si aggiunse alle azioni della banca bresciana (valutate in bilancio circa 13 miliardi di lire, 6,5 milioni di euro) che gi? possedeva. Nuove perdite in vista, insomma. E, a ben guardare, la stessa Bipop ha finito per finanziare gli investimenti di Parco. Infatti la banca bresciana nel febbraio del 2000 rilev? una quota del 10% della stessa Parco, sottoscrivendo un aumento di capitale che frutt? circa 10 miliardi di lire alla societ? delle cooperative.


      MANAGER & SOCI - Nel 2000 la Parco decise di investire anche nell’informatica. Per l’occasione trov? due soci: Dnm e P@rtners. Entrambe le societ? sono legate a Bipop e alla fine del 2000 comprarono una quota complessiva del 20% di Abax informatica, per il resto controllata da Parco. Abax era una societ? ben conosciuta dai manager di Parco. Se non altro perch? fino ai primi mesi del 2000 tra gli azionisti di Abax comparivano anche Versace, Claudio Ferrari (amministratore di Parco) e Villi Incerti (direttore finanziario di Parco). In primavera i tre manager cedettero le proprie quote a tale Giuseppe Veneri, che nel giro di pochi mesi le gir? alla Parco. Destinazione finale: il gruppo Bipop.
Vittorio Malagutti


Economia


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