Aperture domenicali: il Tar dà via libera a oviesse, salta il calendario dei comuni
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Trentotto, 44 o tutte e 52? Il commercio dà i numerisulleaperture domenicali, in una partita tra opposti fronti. Comuni contro Comuni, piccoli contro grandi, ipershopping contro Comuni. tutto sul fragile ring di una legge regionale che deve parare i colpi dei ricorsi firmati dai colossi, che vorrebbero stare aperti sempre. La battaglia tra regole e liberalizzazione è approdata anche al Tar: in avanscoperta, Oviesse incassa una prima vittoria che potrebbe fare da apripista. La discussione di merito sul ricorso presentato dal megastore contro il calendario delle 44 aperture domenicali di San Giovanni Teatino è fissato per il 23 giugno, ma Oviesse ottiene la sospensiva che, di fatto, le permette di stare aperti
Lo sempre, almeno finché la sentenza non scioglierà i nodi. Sotto osservazione la legge regionale commercio, "nella parte in cui è stato stabilito un numero massimo di giornate di apertura", si legge nel provvedimento del Tar di Pescara che concede la sospensiva considerato che "il danno lamentato sia grave e non riparabile", A catena potranno stare aperte le altre serrande di San Giovanni Teatino; e potrebbero scatenarsi ricorsi altrove. «Serve chiarezza, chi rimborserà i Comuni delle spese per difendersi?», dice il sindaco di Città Sant`Angelo Gabriele Florindi. Preoccupazione da sindacati e associazioni. «Nella libertà di concorrenza devono esistere delle regole - avverte Gianni Taucci, Confesercenti -, è opportuno che la gdo trovi soluzioni». «Temiamo una deregulation - dice Luca Ondifero, Filcams Cgil Pescara -: per noi si dovrebbero ridurre ancor di più le aperture domenicali, per tutelare il diritto al riposo in famiglia». «Con Cisl e Uil - dice Sergio Aliprandi, Filcams Cgil Chieti proporremo accordi aziendali per la rotazione del personale la domenica». «Per primi abbiamo concertatola turnazione dei lavoratori - spiega Roberto Ferraioli. assessore al commercio di San Giovanni Teatino -, per rimettere al centro la famiglia. Ma serve chiarezza: ci siamo prodigati per fare accordi con centri commerciali e associazioni, mentre a livello regionale si continuano a cambiare le regole». Nel mirino l`incertezza legislativa sulle aperture domenicali: 44 individuate con la legge a maggio, ridotte a 38 con un emendamento a dicembre, e poi chissà. E non tutti sono d`accordo: ieri è saltata per mancanza di numeri la conferenza dei servizi con cui Pescara aveva chiamato a raccolta i Comuni per riscrivere i calendari ridotti. «Volevamo provare a mettere d`accordo tutti, impossibile se qualcuno non si presenta -dice Stefano Cardelli, assessore al commercio di Pescara -. L`orientamento emerso è comunque quello di applicare le modifiche dai calendari del 2012». Fronti divisi anche sul 17 marzo: Pescara, Chieti, Teramo, L`Aquila, San Giovanni hanno previsto la chiusura dei negozi. Altri, come Città Sant`Angelo, hanno lasciato libertà ai negozi; la Regione aveva lasciato la scelta ai Comuni. «Deve essere un giorno di riflessione sui valori dell`Unità d`Italia - dice Ondifero non di shopping».