26/9/2006 ore: 10:37
"Stipendi" Stock option: quando il manager va in paradiso
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Pagina 2 - Economia/Oggi L’INCHIESTA Stock option, quando il manager va in paradiso Il primo, lo scorso aprile, ha venduto a pi? riprese 350 mila titoli della banca torinese per un controvalore di oltre 5 milioni a un prezzo compreso tra 14,5 e 14,8 euro. Se solo avesse aspettato qualche mese ancora, magari dopo l’annuncio della fusione tra il suo istituto e Banca Intesa, avrebbe ottenuto molto di pi?. Il secondo, invece, si ? liberato, il 19 settembre scorso, di 550mila titoli al prezzo unitario di 13,1573 euro e il 20 settembre di altri 315.983 pezzi a 13,4647 euro. Il valore complessivo della manovra ? risultato pari a 11,4 milioni. Un’operazione brillante condotta con tempismo dal manager che ha sfruttato il rialzo del titolo Benetton conseguente al piano di riassetto del gruppo di Ponzano Veneto. A parte il fiuto e la lungimiranza, Iozzo e Cassano hanno alcuni punti in comune. Il pi? evidente ? che tutti e due hanno usufruito di un piano di stock option. Un tratto simile, quest’ultimo, alla stragrande maggioranza dei manager delle societ? quotate in Italia. Una stock option ? un’opzione sull’acquisto o sulla sottoscrizione di azioni che un’azienda offre ai propri dipendenti a un prezzo determinato (prezzo d’esercizio) e che pu? essere esercitata entro una certa data o in un periodo di tempo prefissato e limitato. Lo si potrebbe definire rozzamente un bonus. Un incentivo per il lavoro svolto. Che spesso supera triplica, quintuplica i gi? alti stipendi annuali dei dirigenti. E che fino a qualche mese fa, prima del decreto Visco-Bersani che la equipara alla retribuzione da dipendenti, era tassato al 12,5%. Un esempio? Prendiamo il numero uno della stock option in Italia nel 2006, almeno per ora. Si chiama Rosario Bifulco ed ? il manager che amministra le sorti di Lottomatica, la societ? controllata dal gruppo De Agostini che gestisce dal 1993 il Lotto e dal 2004 le lotterie istantanee e differite. Il manager ha realizzato tra fine febbraio e inizio marzo una plusvalenza di 37,5 milioni di euro lordi proprio grazie al piano di stock option concordato con l’azienda. Un’enormit?. Che ha arricchito un manager che tra stipendio e buoni pasto e altri benefit alla fine dell’anno si porta a casa oltre 650mila euro. Bifulco non ? il solo. Basta dare un’occhiata alle comunicazioni di internal dealing che le societ? sono costrette a redigere se quotate in Borsa, per scoprire che nei primi mesi del 2006 le sole stock option esercitate, non quelle assegnate, hanno superato l’ammontare di 230 milioni di euro. Una cifra doppia rispetto a quella del 2005. Tra chi ha usufruito dell’opzione d’oro c’? anche l’amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, un dirigente che l’anno scorso ha incassato oltre 6 milioni di euro tra stipendi e altri benefit. In maggio Passera ha messo sul mercato circa 5 milioni di titoli ricavando 25,8 milioni di euro. ? anche vero che il manager questa cifra non se l’? messa direttamente in tasca. Li ha reinvestiti proprio in Banca Intesa. E con lui anche gli altri alti dirigenti della banca beneficiari del piano (come Francesco Micheli, direttore delle risorse umane, che ha incassato e reinvestito oltre 8 milioni di euro). Un gesto che il mercato ha apprezzato (il messaggio ? quello di un manager che crede nella societ? in cui lavora) e che Passera ha fatto di buon grado visto che in pochi mesi ha realizzato, anche grazie all’annuncio della fusione con San Paolo, oltre 1 milione e mezzo di plusvalenza virtuale lorda. Passera rappresenta un’anomalia che negli Stati Uniti, dove le stock option si sono diffuse a partire dai primi anni ‘90 per valorizzare il capitale umano e legarlo all’azienda di appartenenza, non ? pi? tollerata. Perch? l’amministratore delegato di una banca ? anche quello che controlla il consiglio di amministrazione visto che una banca come Intesa non ha un proprietario di riferimento ma l’azionariato ? piuttosto frastagliato. Ed ? proprio il consiglio di amministrazione che approva i piani di stock option. Si potrebbe dire che se la suonano e se la cantano da soli. Insomma, i manager si autogratificano. Ma Banca Intesa non ? l’eccezione ? la regola. Lo dimostra il fatto che dopo Passera altri solo due uomini hanno superato la soglia dei 10 milioni di euro in stock option esercitate. Tra questi Francesco Saverio Vinci, direttore centrale di Mediobanca (oltre 14 milioni), una banca d’investimento. A seguire Marco Sala, direttore generale di Lottomatica (13,5 milioni) e, infine, Luca Cordero di Montezemolo (10,3 milioni). |