19/7/2004 ore: 12:17

«Rimini non basta più, serve una svolta»

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        domenica 18/7/ 2004
        sezione: TURISMO

        Allarme degli imprenditori: il polo turistico romagnolo, tra i leader in Europa, è in crisi di competitività
        «Rimini non basta più, serve una svolta»
        Si profila una nuova pesante flessione degli stranieri - L’avvio dell’estate è stato difficile, con un calo delle presenze intorno al 3%

        DAL NOSTRO INVIATO
        VINCENZO CHIERCHIA
        RIMINI • La Riviera nord-adriatica soffre e le previsioni per l’estate 2004 in una delle macroaree turistiche leader, in Italia e in Europa, non sono positive.
        «Il modello Rimini non tira più, serve una svolta, un salto di qualità che interessi l’intero sistema turistico italiano. L’offerta di massa, orientata alle famiglie, non è più competitiva. Slovenia, Croazia e Grecia sono più agguerrite dell’intera Riviera. Soffre anche il polo veneto termale di Abano».
        Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federturismo-Confindustria, accende i riflettori sullo stato di salute di uno dei polmoni storici del turismo italiano. Il modello Rimini (trainante per l’intera costa nordadriatica) ha fatto scuola per molti decenni e oggi deve accontentarsi di bilanci sempre più magri.
        Secondo i dati Trademark per la Regione Emilia-Romagna la Riviera assorbe oltre 43 milioni di presenze l’anno per oltre 5,1 milioni di arrivi di turisti.
        Oltre 3.500 gli alberghi lungo la costa (più di 2.500 solo a Rimini) e oltre 210mila i posti letto in albergo che diventano circa 600mila con alloggi e campeggi; 13 porti turistici, 1.426 stabilimenti balneari, 16 parchi divertimento (l’ultimo, Oltremare, è costato più di 40 milioni), 145 tra discoteche, dancing e disco bar.
        Il fatturato turistico dell’Emilia-Romagna si aggira sui 12 miliardi di euro di cui 9,5 prodotti in Riviera. Ma a passeggiare in questi giorni per le strade di Rimini, a prendere il sole sulle spiagge (una lunga fila di stabilimenti, tutti grosso modo uguali per dimensioni e servizi) o ad andare in giro per locali la sera ci si rende conto che l’atmosfera non è quella dei giorni migliori.
        «Tra gli operatori del settore ricettivo c’è un evidente momento di allarme — sottolineano i ricercatori di Trademark —. La flessione in atto non è drammatica, ma evidente». Le prime stime elaborate da Trademark per la Regione indicano una flessione media del 2,6% per il 2004 tra maggio e giugno (-1,9% gli italiani e -4,8% gli stranieri), mentre per luglio più del 50% degli operatori turistici si attende una flessione netta. «Speriamo in agosto — afferma Maurizio Ermeti, presidente della Federalberghi locale — ma siamo già sicuri che il tutto esaurito di qualche anno fa è solo un ricordo».
        Rimini aufwiedersehen allora? «Gli stranieri sono poco interessati — sottolinea Ute Bovo, rappresentante locale di colossi internazionali del calibro di Neckermann e Thomas Cook —. La crisi di Rimini si è accentuata negli ultimi 2-3 anni. I flussi di tedeschi, lungo la Riviera, flettono intorno al 20-25% quest’anno, male anche olandesi e belgi».
        Le rilevazioni del consorzio Incoming Italia (tour operator che movimentano oltre 5 milioni di stranieri in arrivo in Italia) aggiungono che per la Riviera romagnola si annuncia anche un calo del 10% degli austriaci. «Dall’estero contestano i prezzi alti sulle spiagge — aggiunge Ute Bovo — 10 euro al dì, con punte di 25, ma anche la bassa media dei servizi, più del 60% delle camere in Riviera è senza aria condizionata. Insomma in Turchia o in Egitto si sta meglio».
        E si profilano problemi anche per quei turisti dell’Est Europa che avevano rappresentato la nuova frontiera negli anni scorsi. «I polacchi stanno cambiando destinazione — commenta Ute Bovo — e così tutti quelli dell’Est Europa».
        Incoming Italia stima una flessione media dell’8% tra luglio e agosto, con qualche tenuta limitata per gruppi di russi.
        «Gli stanieri sono sempre meno — aggiunge Ermeti — speriamo negli italiani».
        Il confronto tra gli operatori è acceso.
        «Il vero punto — sottolinea Bernabò Bocca, presidente nazionale di Confturismo e Federalberghi — è che il divertimentificio di Rimini va rilanciato, tenendo conto che la capacità attrattiva è sempre più limitata, anche se il sistema di fondo può ancora reggere».
        «Il modello Rimini è obsoleto — ribatte Claudio Albonetti, presidente nazionale di Assoturismo-Confesercenti —. Il divertimentificio così com’è non serve più».
        Soffre anche quel distretto del piacere — fatto di discoteche e locali trendy — che sembrava, anni fa, all’avanguardia a livello internazionale. «La Riviera si è appoggiata sugli allori — commenta Claudio Coccoluto, dj italiano di fama internazionale —. Oggi c’è un grande disinteresse. Vedo poche tracce del turismo giovanile, i locali sono gli stessi di 10 anni fa. Nessuno ha voluto cogliere le opportunità che Spagna e Grecia hanno colto. Resta solo Riccione a fare qualcosa, ma non ha saputo rispondere a Mykonos. E così i giovani italiani vanno all’estero».
        «È inutile nasconderselo, negli ultimi 10 anni abbiamo perso un buon 30% del movimento turistico — sottolinea Stefano Venturini, presidente dell’Ascom di Rimini e nel vertice della Fiera —. E quest’anno ci sarà una nuova pesante flessione. Il sistema dell’imprenditoria turistica familiare è agli sgoccioli».
        L’assessore regionale al Turismo, Guido Pasi, getta acqua sul fuoco. «Facciamo il bilancio a fine stagione — sottolinea —. È prematuro sparare stime a casaccio. Quest’anno abbiamo investito 60 milioni nel turismo, di cui una quindicina in promozione. Siamo pronti a fare di più. Però paghiamo per una crisi economica generale».
        E il sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, rilancia sui grandi progetti. «Fiera, Palacongressi, Darsena, ristrutturazione delle aree balneari e Parco salutistico Rimini sud sono i cardini del rilancio dei prossimi anni — spiega Ravaioli —. Puntiamo molto ormai sul turismo congressuale, in aggiunta a quello estivo, e sulla diversificazione dell’offerta. A fine agosto apriremo le buste per il progetto Rimini Sud, ossia la riqualificazione delle vecchie colonie e del Talassoterapico. L’operazione per un polo della salute da circa 80mila metri quadrati vedrà strette sinergie tra pubblico e privato e l’interesse mostrato da grandi gruppi, tra cui Pirelli, ci conforta».

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