26/10/2006 ore: 11:57

"Pensioni" Epifani: il governo chiarisca

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    gioved? 26 ottobre 2006

    Pagina 4 -Economia

    IL CASO

    Il ministro del Lavoro replica a Bersani: evitiamo altre baraonde. Un tavolo sugli ammortizzatori
      Pensioni, no di Damiano
      Epifani: il governo chiarisca

      ROBERTO MANIA

      ROMA - No all?anticipo del confronto sulla riforma delle pensioni. Il Memorandum sottoscritto con i sindacati prevede che si parta da gennaio e quell?impegno va rispettato senza strappi. Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, boccia cos? l?ipotesi avanzata ieri in un?intervista a Repubblica dal titolare dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Il quale, per evitare, strascichi polemici ha fatto intervenire il suo portavoce per dire che non c?? nessuna contraddizione tra le due posizioni. Eppure la nettezza con cui Damiano ? sceso in campo sembrerebbe non confermarlo, mentre, evidentemente, porta con s? anche la difesa del "territorio" contro possibili invasioni esterne. ?Non mi sembra il caso - ha detto Damiano - di fare un?altra baraonda di discussioni per un mese. Non c?? da anticipare n? da posticipare nulla. Perch? dobbiamo farci del male??.

      Del resto il ministro del Lavoro sa di aver buon gioco, avendo dalla sua tutti i sindacati con i quali dal 30 ottobre partir? il confronto sulla previdenza integrativa in vista del suo pieno decollo dei fondi dal primo gennaio del 2007.

      Cgil, Cisl, Uil e Ugl non hanno alcuna volont? di anticipare i tempi, dopo aver evitato il rischio che le pensioni finissero nel men? della Finanziaria, e avendo concordato un cammino (dal primo gennaio al 31 marzo prossimi) nonch? il relativo perimetro del negoziato. La Cgil di Guglielmo Epifani, poi, temendo di poter essere strumentalmente coinvolta nelle divisioni della maggioranza e, forse, all?interno del governo, ha gi? chiesto all?esecutivo di ?presentarsi al tavolo con una sola posizione?. Hanno messo le mani avanti anche il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, e quello della Uil, Luigi Angeletti. ?? demenziale - ha detto il primo - che da molto tempo ogni mattina si lancino messaggi per cambiare le norme sulle pensioni. Con l?unico effetto che la gente se ne va prima dal lavoro?. E Angeletti ha avvertito: ?? bene togliersi dalla testa che quel confronto servir? a ridurre le spese nel breve periodo?.

      Damiano, tuttavia, ha voluto gi? indicare le linee dell?azione che il governo punta a realizzare sul versante previdenziale. Ma non solo. Perch? l?altra parte della medaglia del necessario processo di aggiornamento del welfare state riguarda la riforma degli ammortizzatori. Tema oscurato dal dibattito concentrato sulle pensioni, ma che Damiano ha provato a rimettere sotto i riflettori. Cos?, parallelamente al confronto sulla previdenza si aprir? un tavolo sui nuovi ammortizzatori sociali che dovranno tenere conto dei cambiamenti avvenuti nel mercato del lavoro.

      Sulla previdenza, Damiano ha confermato l?intervento sull?et? pensionabile per correggere lo "scalone" introdotto dal suo predecessore Maroni che dal 1? gennaio del 2008 porta l?et? minima per uscire dal lavoro dagli attuali 57 anni a 60. ?Lo scalone? Io - ha detto il ministro - vorrei trasformarlo in tanti piccoli scalini per consentire ai lavoratori di andare in pensione anche prima?. L?idea, quindi, ? quella di recuperare la logica della flessibilit? e della volontariet?, come prevede la riforma Dini del ?95, per andare in quiescenza. ?Togliendo - ha detto ancora Damiano - una serie di assurde rigidit?, incompatibili con un sistema pensionistico contributivo?.

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