"Lettere" Svanito il sogno di aprire la Parafarmacia
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mercoledì 4 luglio 2007
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Lettere
Svanito il sogno di aprire almeno la Parafarmacia
Vanessa Scalfarotto scalfina@tin.it
Sono una farmacista. Prima di un anno fa non potevo neanche parlare di carriera. In Italia infatti per fare il farmacista bisogna sperare di avere il papà farmacista. L'estate scorsa noi "poveri" farmacisti abbiamo avuto un bagliore di speranza con la liberalizzazione dei farmaci da banco: nuovi posti di lavoro non più nella piccola farmacia di quartiere, ma nei grandi centri commerciali e forse possibilità di carriere.
Ma anche in questo caso il sogno è svanito: nei supermercati tutto è stato preso in mano dalle stesse persone che organizzano gli altri reparti e che di farmaci non capiscono un fico secco.
Giugno 2007: una nuova speranza: Bersani propone la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (la cui vendita è sottoposta alla presentazione di ricetta medica). La proposta passa alla Camera. Per noi "poveri" farmacisti si riapre una porta: con i farmaci da banco più quelli di fascia C si può provare a fare il grande passo, aprire una Parafarmacia.
E invece no! L'On. Turco si oppone e la proposta sembra che non verrà neanche discussa al Senato. Ma sbaglio o l'On. Turco e l'On. Bersani sono dalla stessa parte?
Faccio la mia proposta. Inseriamo almeno l'obbligo del farmacista responsabile nei supermercati, come già avviene nelle farmacie comunali, che sono di proprietà di soggetti non esperti di farmaci, i comuni. Lasciamo che noi farmacisti non titolari o se si proprio si deve chiamarci così, parafarmacisti, possiamo aprire la nostra parafarmacia ed in tal modo lasciamo che gli italiani possano avere la possibilità di risparmiare grazie alla concorrenza.
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