"Intervista" Angeletti: nessuno si illuda ci sarà una risposta comune
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(Del 19/2/2002 Sezione: Economia Pag. 3)
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?E? CHI HA MESSO IL MACIGNO CHE DEVE TOGLIERLO? |
Angeletti: nessuno si illuda ci sar? una risposta comune |
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UNITI o divisi? ?Uniti sugli obiettivi? dice il segretario della Uil Luigi Angeletti a proposito dei rapporti fra le confederazioni sindacali. Oggi ? in programma l?incontro fra Angeletti e i leader di Cgil e Cisl, Cofferati e Pezzotta. E? l?occasione per una verifica dopo le divisioni sullo sciopero generale, ipotizzato dal solo Cofferati, contro le modifiche all?articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Angeletti, ? difficile trovare l?intesa a tre?
?Credo che non faremo grandi sforzi per trovare una posizione comune su come proseguire le iniziative per far cambiare idea al governo che ha proposto in parlamento le modifiche all?articolo 18?.
Dimentica le differenze fra la Cgil, la Cisl e la Uil?
?I sindacati confederali non hanno obiettivi diversi. Conveniamo tutti sulla necessit? di arrivare al cambiamento del testo del disegno di legge. Il confronto fra di noi ? limitato alle forme pi? utili per esercitare la pressione?.
C?? stata tanta enfasi sul no della Cisl e della Uil allo sciopero generale.
?Evidentemente ci sono state valutazioni diverse su come raggiungere l?obiettivo, valutazione fra l?altro formulate in pubblico?.
Resta il dissenso sullo sciopero generale?
?Lo sciopero generale ? una forma di lotta estrema, l?ultima a disposizione. Ogni buon sindacalista si deve porre il problema dell?efficacia degli strumenti adottati. Resto convinto che il governo ? vulnerabile perch? gli manca il consenso dell?opinione pubblica sull?articolo 18. Sicuramente i sindacati hanno il sostegno di una grandissima parte dei lavoratori dipendenti, ma la nostra strategia ? basata sull?allargamento del consenso? .
Non equivale a dire che i sindacati fanno politica?
?No. Siamo impegnati contro un provvedimento inutile per il mercato del lavoro e dannoso per i rapporto fra le imprese e i dipendenti. Il governo e la Confindustria sostengono che le misure presentate in parlamento creano un mercato pi? flessibile e rappresentano un?opportunit? per la creazione di posti di lavoro, ma questo non ? vero. Queste misure non servono a nulla. C?? la piena occupazione in un terzo del paese, dove si applica la stessa legge: quindi il problema non ? l?articolo 18, ma gli insufficienti investimenti nel Mezzogiorno?.
Che dice a Maroni e Fini, fermi nel respingere le ipotesi di marcia indietro?
?Si tratta di una posizione di principio, incomprensibile. Il governo dice che lo stralcio delle modifiche all?articolo 18 sarebbe un cedimento che farebbe perdere la faccia, ma questo intervento non ? previsto dal programma elettorale della Casa delle libert? n? dal Libro bianco sul mercato del lavoro, considerato una specie di Bibbia. Riconoscere che siamo di fronte a una proposta improvvisa non significa perdere la faccia e nemmeno venir meno al dovere di governare come dice Fini. Anche per gli stessi elettori della Casa delle libert? la proposta per l?articolo 18 non ? decisiva per l?economia?.
Come valuta l?annuncio di una prossima convocazione di Berlusconi?
?? una possibilit?: mi aspetto che ci vengano presentate delle idee nuove. Siccome per? il governo conosce perfettamente quali sono le nostre opinioni, mi auguro ovviamente che le nuove idee ne tengano conto?.
Fiducioso o no?
?Fiducioso come sempre: la ragione prevarr?.
Ma quale pu? essere la via d?uscita?
?Cancellando le modifiche all?articolo 18 che sono un impedimento al prosieguo del dialogo sociale su temi che sarebbero di grande importanza. Il macigno dell?intervento sull?articolo 18 non l?hanno messo i sindacati. E? chiaro che chi l?ha messo adesso lo deve togliere?.
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