23/2/2004 ore: 11:56
«Francesca, la zarina del turismo gestiva Parmatour da padrona»
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DOMENICA 22 FEBBRAIO 2004 |
Pagina 29 - Economia |
La deposizione dell´ex amministratore Tedesco: l´azienda era tecnicamente fallita già nel 2000 "Francesca, la zarina del turismo gestiva Parmatour da padrona"
Bloccato un conto nel cantone dei Grigioni: si sospetta che vi siano transitati fondi distratti DAL NOSTRO INVIATO MARCO MENSURATI
«Ho rassegnato le mie dimissioni a seguito di divergenze avute con la dottoressa Tanzi che con le sue ingerenze impediva di fatto lo svolgersi regolare della mia attività [...] io pur essendo stato messo in guardia sul carattere della dottoressa Tanzi, che aveva determinato molti dirigenti ad allontanarsi, non ho ritenuto opportuno chiedere come condizione di allontanarla senza nemmeno conoscerla. Mi sono limitato a circoscrivere la sua attività alla gestione alberghiera. Incurante della gerarchia e della limitazione apposta alle sue funzioni, dopo pochi mesi dal mio arrivo in azienda la Tanzi ha ricominciato a intromettersi anche in ambiti a lei non deputati. Quando le si faceva notare che esorbitava dalle sue prerogative rispondeva che agiva in quanto azionista-socia e che come tale poteva intervenire a tutti i livelli e in qualsiasi ambito [...] la vita all´interno dell´azienda per me divenne sempre più difficile sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista pratico, in quanto la gestione era pressoché impossibile per le continue interferenze di costei [...]». «Circa la situazione di dissesto della Hit, l´ho appresa successivamente al mio ingresso [...] ho deciso allora di fare tre consulenze esterne nell´intento di ottenere una chiara rappresentazione della società [...] il risultato è stato un quadro drammatico della situazione, con un debito bancario che superava i 300 milioni di euro. Tecnicamente, dal mio punto di vista, l´azienda era fallita due anni prima del mio arrivo». Tedesco racconta di aver steso allora un piano di rientro con le banche, e di aver chiesto a Calisto Tanzi di sostenerlo con finanziamenti adeguati. Ma giura di non avere mai conosciuto la provenienza del denaro con cui veniva arginato il collasso del "settore viaggi" (e che, secondo i giudici, veniva succhiato dalle disponibilità di Parmalat). «Per me il denaro arrivava sostanzialmente sempre dai Tanzi, anche quando formalmente era imputabile a un soggetto terzo [...] non mi preoccupai affatto se, come, quando e a che condizioni dovessero essere restituiti a tali soggetti. Al momento avevo necessità più impellenti [...] non ho assolutamente partecipato alla fase della distrazione dei fondi [...]». Intanto proseguono le indagini anche a Milano, dove dai prossimi giorni inizieranno gli interrogatori dei numerosi indagati per aggiotaggio. E dove si attendono novità dalla Svizzera, dopo la rogatoria che ha già permesso di bloccare un conto nel cantone dei Grigioni dove la Procura sospetta siano transitati una parte consistente dei fondi fatti sparire dalla famiglia Tanzi e dai suoi collaboratori |