6/11/2006 ore: 10:54
"Finanziaria" Processo a Padoa-Schioppa
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Pagina 5 - Primo Piano Processo a Padoa-Schioppa Fateviun’opinione vostra?. Cos? comincia l’arringa. Nel suo ultimo viaggio a Washington, Tommaso Padoa-Schioppa si ? presentato ai colleghi dei governi stranieri, agli investitori istituzionali e ai giornalisti, con questa richiesta. Che non ? n? semplice, n? ingenua. Non ? semplice farsi un’idea autonoma di una Finanziaria pesante come una montagna ed oscillante come un budino. ?Quando il commissario europeo Almunia ? arrivato a Roma il clima era pessimo, aveva letto i giornali e si era fatto un’idea molto negativa della Finanziaria - racconta un testimone - ma dopo i chiarimenti ? uscito parlando molto bene della manovra?. Domani Bruxelles la approver? ufficialmente. ?Fatevi un’opinione vostra?, ha ripetuto Padoa-Schioppa anche a Rodrigo Rato del Fondo monetario pochi giorni fa. Non ? un momento facile, ma dopo le bocciature delle agenzie di rating, Bruxelles e Washington possono riequilibrare il giudizio sull’azione del ministro. La Finanziaria ? tecnicamente complessa, anche confusa, ma gran parte delle critiche sono di natura politica e coinvolgono tutta l’azione del governo. Eppure sotto tiro c’? il ministro pi? tecnico. Per ogni ministro dell’Economia, in qualsiasi Paese, ? comune vivere tra l’incudine e il martello, tra i problemi di efficacia e quelli di consenso delle proprie decisioni. Ma forse solo in Italia significa anche stare tra Striscia la Notizia e Standard & Poor’s, tra Capezzone e Diliberto, tra l’opposizione e il dileggio. Un’esperienza che mette alla prova le certezze e lo stile di un economista con reputazione internazionale, il cui interesse per la politica ? cresciuto lontano dai riflettori, affiancando e ispirando Delors, Ciampi e Trichet. Nessuno probabilmente poteva immaginare un inizio di governo tanto difficoltoso e una caduta di consensi dell’esecutivo che ha coinvolto il ministero dell’Economia. I pi? sbrigativi parlano di problemi di comunicazione. Forse c’? di pi?. Forse i tempi sono cambiati rispetto a quando era ministro Ciampi. Allora il ministro dell’Economia poteva giocare la propria reputazione ?tecnica? sull’onda dei mercati producendo l’aggiustamento di bilancio in modo indolore con il solo abbassamento dei tassi d’interesse. Oggi i tassi possono piuttosto salire e dopo l’euro il vincolo esterno dei mercati ? solo un debole alleato. Il ministro dell’Economia ? obiettivamente meno decisivo quando si tratta di politiche che rilancino la produttivit? e che comunque richiedono scelte non solo tecniche. Inoltre ? cambiato l’ambiente politico: sono aumentate le contraddizioni delle coalizioni che governano e le forme del confronto in Italia sono imbarbarite al punto di trovare l’estrema sintesi nelle consegne dei Tapiri e nelle intercettazioni. In questo ipotetico dibattimento, la difesa sosterr? che, per quanto contestabile, la manovra produrr? un aggiustamento strutturale dei conti italiani. Ma perch?, tu quoque, Financial Times? Picasso diceva, se hai finito il rosso mettici del blu: in Europa se non sai bene che cosa fare, attacca l’Italia. Ma le agenzie di rating? E la Commissione europea? E il Fondo monetario? Si faccia avanti l’accusa.
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