"Finanziaria" Berlusconi e la spallata di Vicenza
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domenica 22 ottobre 2006
Pagina 8 - Primo Piano
Berlusconi e la spallata di Vicenza ?Premier a casa, Napolitano di parte?
Il Cavaliere: Prodi bugiardo e pericoloso. Bossi: ?Marciamo su Roma?. In piazza fischi all'Inno
Alessandro Trocino DAL NOSTRO INVIATO
VICENZA — Ce n'? per tutti sotto l'acquazzone di Vicenza: per ?il gran bugiardo? Prodi-Pinocchio, per l'Inno di Mameli, fischiato da un drappello di leghisti, e persino per il presidente della Repubblica, additato da Berlusconi come ?uno dei loro?, cio? uno della sinistra che ha ?occupato tutti i posti di potere?. Alla chiamata alle armi del popolo del centrodestra rispondono in molti. Sono entusiasti di Silvio Berlusconi — lesto nell'affacciarsi al balcone del Comune e nel raccogliere l'ovazione della folla — ma anche di Gianfranco Fini e Umberto Bossi, tutti appassionatamente sul palco per la prova generale della grande manifestazione del 3 dicembre a Roma. E non importa che al posto di Pier Ferdinando Casini e di Lorenzo Cesa, refrattari alle proteste di piazza, sia salita sul palco Alessandra Mussolini (?Io per? non l'ho invitata?, dir? il governatore veneto Giancarlo Galan); non importa che a rappresentare l'Udc ci sia un accigliato Carlo Giovanardi, preoccupato di tener insieme i pezzi di una Cdl che Maroni considera gi? defunta. Non importano le divisioni interne, perch? a tenere intrecciati i fili dell'opposizione ci pensa la folla di Vicenza, l'universo variegato di commercianti e artigiani, di lombardi e di veneti, tutti eccitati dalle ?lacrime e sangue? della Finanziaria che sta andando in scena nel ?Prodino parte II?.
I FISCHI — In attesa dei leader, nella piazza gremita si comincia con il tormentone ?eforzaitalia?. A seguire, incautamente, parte l'Inno di Mameli. Subito si leva qualche fischio di disapprovazione targato Lega (come ammette Luca Zaia).
Fischi ?assolutamente sgradevoli?, commenter? il ministro dell'Interno Giuliano Amato. Ma ?di pochi fessi?, corregge il portavoce di An Andrea Ronchi. Duro il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo (attaccato da Galan), secondo cui ?i fischi sono una cosa vergognosa, una forma di populismo che non ci piace?. A mettere a tacere i leghisti, in piazza, ci pensa un provvidenziale ?Va pensiero?. Poi arriva il Cavaliere — che chiuder? con ?viva Vicenza, viva la Cdl? e soprattutto ?viva l'Italia? — e che esordisce con un classico del genere: ?Piove? Governo ladro?. Berlusconi invoca la spallata contro il governo: ?Mandiamo a casa Prodi, lui ? il gran bugiardo, pericoloso per tutti?. Applausi e risposta in coro — ?Prodi? — alla lunga serie di domande (retoriche) su ?chi ha mentito dicendo che non avrebbe aumentato le tasse?, su ?Telecom?, ?sulle tasse di successione?. La piazza risponde compatta (circa 5 mila, 8 mila per la questura). Anche se, confesser? poi Berlusconi, ?manifestare non ? nel nostro Dna, perch? i liberali sono individualisti?.
Ma l'affondo pi? duro, il Cavaliere lo riserva a Giorgio Napolitano, accusandolo implicitamente di non essere super partes:
?Questi signori, che hanno vinto elezioni taroccate, hanno arrogantemente messo le mani sulle istituzioni: il presidente della Repubblica ? uno di loro?. Seguono: ?I presidenti di Camera e Senato, la Corte costituzionale, la magistratura, i giornalisti e i sindacati?. Roberto Calderoli chiosa cos?: ?Era un modo per far capire a Napolitano che nel dopo Prodi possono esserci solo le elezioni?.
BOSSI — ? il turno di Umberto Bossi, cravatta verde e consueto gilet simil-Missoni. Poche parole ma ficcanti: ?Veneto libero, gridiamolo forte cos? si sturano le orecchie. Tutti dicono che i veneti e i lombardi sono buoni: s?, ma se si incazzano possono diventare cattivi. Prepariamoci a marciare su Roma?. A Berlusconi: ?Noi ce l'abbiamo ancora duro e per questo ci sono qui tante donne?. Pi? misurato Fini: ?Far cadere il governo ? un obiettivo a portata di mano: ? gi? cominciato il conto alla rovescia?. Poi, per la gioia dei presenti, riecheggia le parole di Berlusconi e spiega che ?il cittadino ha il dovere di pagare le tasse solo a condizione che siano eque?. Applausi e sipario.
Dietro le quinte, Giulio Tremonti chiede di ?staccare la spina? a un governo ormai ?in coma?; Berlusconi in pubblico dice che ?siamo la Casa delle Libert? e ognuno fa quello che vuole?, e in privato si sfoga per l'assenza di Casini (era ?rammaricato?, spiega Galan, cio? infuriato). Bossi, invece, d? una versione pi? o meno sarcastica dell'assenza di Casini: ?Eravamo gi? in troppi sul palco. Non ci stava?.
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