17/5/2006 ore: 10:48

"EtMaintenant..." «Rivoluziono Forza Italia, poi partito unico»

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    mercoled? 17 maggio 2006

    Pagina 5 -Primo Piano


    SALUTO TRISTE DEL PREMIER CON UN ANNUNCIO ?SPAZIO A GIOVANI PROMETTENTI, FAREMO UN GOVERNO OMBRA CON MINISTRI JUNIOR?

    ?Rivoluziono Forza Italia, poi partito unico?

    Berlusconi contro Casini: ?Mi ha logorato?.
    La replica: ?Il generale che perde cerca un colpevole?
      Ugo Magri
      ROMA
      ?Ci rivedremo?, promette Silvio Berlusconi nell’ultima conferenza stampa da premier. Ma lui stesso ha l’aria di crederci fino a un certo punto. Sorride con grande mestizia. Sono le ore dell’addio al governo: mentre il Cavaliere sta parlando davanti a un gruppo di cronisti (ai tempi d’oro erano molti, molti di pi?), Romano Prodi ? al Quirinale che riceve l’incarico. Si coglie un ribollire di sentimenti. Peccato non poter descrivere l’espressione del volto di Berlusconi quando anticipa che opposizione sar?.
        Ne parla senza euforia, quasi di malavoglia, come fosse una prospettiva grigia e scontata a confronto di ci? che ha vissuto. E’ reduce dal colloquio con Giorgio Napolitano al quale ha elencato puntigliosamente le cose fatte in cinque anni, tutte le sue riforme che andranno a vantaggio di Prodi. Quasi implora la maggioranza di non cestinarle, tanto ? convinto della loro bont?. Ancora non riesce a credere che questo bendidio (tale lo considera) venga ereditato dagli avversari. Ironizza sui media che, con l’Unione in sella, hanno ripreso a dipingere l’Italia in rosa, in poche settimane ?tutto ? gi? migliorato, compreso il tempo, e perfino il mio oroscopo?.
          E’ stato Paolo Bonaiuti, il portavoce, a insistere che Berlusconi dicesse qualcosa nel giorno di Prodi, in modo da non apparire afono, e trasmettere di s? un’immagine combattiva. In parte ? andata cos?: il Cavaliere ha annunciato in conferenza stampa la nascita del partito unico, che sar? preceduta dai congressi di Forza Italia, An e Udc per sciogliersi e rigenerarsi in primavera nel Partito della libert?. Ha reso nota la sua ferma intenzione di rinnovare la classe dirigente del centro-destra e anche del suo partito: ?Dopo un po’ di tempo, o passi alla carica superiore oppure te ne vai?. Ha svelato l’intenzione di dar vita a un ?governo azzurro?, non lo si chiami ?ombra? per carit? in quanto ?sar? ben visibile?, con i dicasteri affidati ?a giovani promettenti?, nel quadro di un ricambio generazionale. Ma siamo alle solite: una volta enunciati tutti questi propositi battaglieri, la lingua ? tornata a battere sulla vittoria mancata di un soffio. E’ bastata la domanda sui rimpianti e le occasioni perse per innescare uno sfogo che contraddice nei fatti tutti i progetti di partito unico.
            ?Rimpiango?, s’? lasciato andare, ?di non avere avuto dagli alleati quel supporto e quella positivit? che io ci ho messo. Per vincere bisogna crederci. Se uno pensa di perdere, farcela ? difficile...?. Con chi ce l’abbia, ? facile intuire: ?C’? stato un momento, l’estate scorsa, in cui non potevo uscire di casa che voi giornalisti mi facevate domande sulla discontinuit?, volevate sapere da me se io ero ancora il leader?, tutte questioni evocate dall’Udc e da Pier Ferdinando Casini. ?Ci? ha logorato moltissimo la mia immagine e quella del governo, come pure la decisione di cambiare 2-3 ministri? nella famosa crisi voluta dai centristi. Casini, ieri sera a Ballar?, ha alzato le spalle: ?Il generale che perde la battaglia ha sempre l’esigenza di trovare un colpevole. Ma non c’? dubbio che, a causa degli errori che il governo ha fatto, noi ritenessimo la partita segnata... Il partito unico? S?, ma senza bacchetta magica?.
              Tra i partner il Cavaliere salva la Lega. Garantisce che con Umberto Bossi il rapporto ? inossidabile e tale rester?, comunque vada il referendum sulla nuova Costituzione. Spera che il popolo di centro-destra colga nel voto del 25 giugno una pronta occasione di riscatto. D? conto degli ultimi sondaggi che vendono la Casa delle libert? al 52 per cento e l’Unione al 46,5. ?Un po’ in ritardo?, prova a scherzarci sopra. ?Se il referendum passa, nuove elezioni? Auspico di s?, ma non credo sia realistico...?.
              Da una parte concede che, s?, l’Unione ha vinto, e mostra di consolarsi con gli attestati di stima ricevuti ?da tutti i leader europei tranne uno? (Jacques Chirac?). Dall’altra racconta di aver chiesto al Presidente della Repubblica che la Giunta per le elezioni, quella cui spetter? di controllare il verdetto delle urne, venga guidata da un esponente dell’opposizione. Ha gi? un nome: Donato Bruno, suo fedelissimo. ?Vogliamo uscire da questo dubbio che ci ha presi?, spiega. E certo, se i sospetti di irregolarit? dovessero trovare conferma, se le ?anomalie? nei conteggi fossero tali da mettere in discussione la vittoria dell’Unione, allora ?non potremmo che chiedere nuove elezioni, e il Capo dello Stato non potrebbe che concederle. Ho avuto?, assicura, ?il parere conforme del Presidente della Repubblica a questa mia posizione?.

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