18/11/2005 ore: 11:18
«Deficit italiano oltre il tetto»
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e perdete ancora competitività» Franco Papitto La Commissione riconosce che i nostri conti pubblici 2005 sono a posto e crede in una crescita nel 2006 dell´1,5%, destinata a rallentare nel 2007. Subito dopo, però, aggiunge che l´anno prossimo il rapporto deficit-Pil sarà in Italia del 4,2%, cioè quattro decimi di punto al di sopra del 3,8 (circa 5 miliardi di euro) che il governo di Roma si era impegnato a realizzare nel programma di stabilità concordato con l´Ue. Nel 2007 il deficit salirà al 4,6%, mentre il governo prevede di contenerlo nel 2,8. Il commissario Ue Joaquin Almunia, che ha illustrato le cifre in una conferenza stampa, ha precisato che le previsioni economiche Ue «non preannunciano il giudizio di Bruxelles sulla politica economica italiana». Almunia ha annunciato che avrà un «importante colloquio» con Tremonti in dicembre. «Il ministro italiano, ha detto il commissario, vuole spiegarmi nel dettaglio l´impatto complessivo delle misure di bilancio per il 2006. Ascolterò e avrò quindi una migliore base per formulare un giudizio sull´Italia a gennaio dell´anno prossimo». Gli esperti europei scrivono intanto nel loro rapporto che «i tagli programmati alla spesa sanitaria e alla spesa corrente del governo centrale e di quelli locali si prevede saranno inferiori agli ambiziosi obiettivi ufficiali». Ricordano poi che «i tetti alla spesa sanitaria non sono stati rispettati in passato» e concludono prudentemente che «le nuove procedure messe in atto per controllarla dovranno dimostrare la loro efficacia». Analogamente, «i tagli programmati ai consumi intermedi dei governi centrale e locali implicherebbero diminuzioni in termini nominali che non sembrano conseguibili». Altri «elementi d´incertezza»: potrebbero essere «difficili da conseguire» alcuni risparmi annunciati sulla spesa corrente; il taglio dei trasferimenti a società dello Stato «potrebbe essere difficile da sostenere». Suggerimento finale: far slittare i 3 miliardi previsti per la cosiddetta Agenda di Lisbona (investimenti in ricerca e formazione) e destinare le dismissioni previste per la copertura a ridurre il deficit. |