15/11/2006 ore: 9:59
"Bolkestein" Oggi il voto a Strasburgo
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Pagina 4 - CAPITALE & LAVORO Bruxelles Il 14 gennaio 2003 l'allora Commissione Prodi presentava la direttiva Bolkestein per la liberalizzazione dei servizi in Europa, e oggi, dopo quasi quattro anni vissuti pericolosamente, il testo normativo, figlio pi? elegante di quell'obbrobrio regolamentare, verr? definitivamente approvato dal Parlamento europeo. Un voto di basso profilo, senza emozioni, manifestazioni n? clamori, come successo invece il 16 febbraio scorso quanto la direttiva veniva votata in prima lettura. Oggi a Strasburgo non sono previsti cortei, visto che i giochi sono gi? fatti e lo spazio per i cambiamenti ed i miglioramenti ? praticamente nullo. A favore della Bolkestein voteranno popolari, socialisti e liberali, contrari verdi e comunisti, ossia poche le voci critiche ad un testo che ha saputo perdere per strada il suo aspetto peggiore - il famigerato principio del paese d'origine, secondo cui un lavoratore sottost? alla legislazione del paese in cui ha sede l'impresa e non di quello in cui viene erogato il servizio - ma che non per questo viene depurato da tutte le incognite sulla sicurezza dei lavoratori. In questo clima scontato, l'unica nota di polemica prevista per oggi ? il battibecco gi? iniziato tra popolari e socialisti su chi si debba appuntarsi la medaglia dell'approvazione: ognuno rivendica il merito di un ?successo? per l'Europa, che poi molto successo non ?, mentre la Presidenza finlandese gi? saluta l'apertura di un settore che smuove il 70% dell'economia Ue. La direttiva punta infatti a facilitare la concorrenza e l'erogazione dei servivi aprendo i mercati dei 25. Il problema ? che lo fa con scarsa chiarezza, il che porter? ad un lavoro extra per la Corte di giustizia di Lussemburgo, chiamata di fatto a completare la direttiva con la sua giurisprudenza. Se a febbraio il Parlamento ha tolto dalla Bolkestein il principio del paese d'origine (ma solo per i lavoratori dipendenti, continuer? a valere per gli autonomi ed i falsi autonomi); a maggio i 25 hanno inserito nel testo il Registro pubblico europeo, un sistema voluto per mettere nero su bianco le limitazioni apposte da ogni capitali all'apertura di determinati servizi. In sostanza, ogni Stato membro dovr? giustificare perch? non apre un dato settore alla concorrenza delle imprese degli altri paesi Ue (la direttiva specifica che si pu? solo per ragioni di ?ordine pubblico, salute pubblica e di tutela ambientale?), in questa maniera viene obbligato ad esporsi alle pressioni delle altre capitali e della stessa Commissione volte a smantellare gli ostacoli alla liberalizzazione. Non ? un caso che questo articolo, il 39 comma 5, sia stato imposto dai nuovi paesi dell'est. E sul terreno minato delle tutele, Londra riusciva a imporre la cancellazione, dall'articolo 1, del riferimento alla Carta dei diritti fondamentali. In pratica mancano alcuni aspetti di protezione dei lavoratori e dei consumatori e la mancanza ? tanto vistosa che i socialisti hanno provato il 23 ottobre, nel voto in Commissione mercato interno, a far approvare 11 emendamenti migliorativi (rafforzando anche il riconoscimento dei diritti sindacali), ma popolari e liberali hanno voltato loro le spalle. |