16/12/2002 ore: 12:03
2002, l’anno della cassa integrazione
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15 dicembre 2002
Secondo i dati Inps, elaborati dai Ds, la situazione si sta deteriorando. Damiano: in difficoltà anche le tradizionali aree forti
2002, l’anno della cassa integrazione
La crisi industriale spinge le imprese a ricorrere agli ammortizzatori sociali
ROMA La cassa integrazione ordinaria
cresce a ritmo vertiginoso nell’industria
e nel 2002 colpisce in modo
significativo anche le aree «forti»
del centro-nord.
Un campanello d’allarme che
non si può continuare ad ignorare
per i dipartimenti Economia e Lavoro
dei Ds, tanto più che la cig è
sempre stata anticamera della cassa
integrazione straordinaria quella
che, per intenderci, viene concessa
in casi di ristrutturazione (e che
spesso prelude ai licenziamenti, vedi
Fiat).
La preoccupante tendenza
emerge dall’elaborazione dei dati
Inps curati dai due dipartimenti della
Quercia, analisi che prende in
considerazione i mesi tra gennaio e
agosto del 2000, del 2001 e del
2002. Per farsi un’idea basti pensare
che nell’industria le ore autorizzate
nei primi otto mesi del 2000 erano
in totale 28.877.670, nel 2002 sono
diventate 53.388.835, quasi il doppio.
Accresce i timori vedere regioni
come il Piemonte registrare il
282% di ore in più (nel 2002 rispetto
al 2000), il Friuli ha avuto il
220%, il 218% nel Lazio per non
parlare della Calabria, con il 353% e
la Sicilia con il 220%.
«Sono dati che evidenziano come
la situazione industriale del Paese
sia entrata in una fase di tensione
produttiva che avrà serie ripercussioni
occupazionali anche nelle aree
del centro-nord che prima erano a
minor rischio», spiega il responsabile
Lavoro Cesare Damiano.
Inoltre lo studio proprio per
l’arco dei mesi presi in esami lascia
fuori gli ultimi quadrimestri dell’anno,
quelli in cui in genere vengono
al pettine i nodi delle crisi: quest’anno
la Fiat, la Marzotto, la Cirio solo
per citare i casi più eclatanti, quindi
per quanto riguarda la cassa integrazione
straordinaria il cui volume è
inferiore al 2000 (oltre 42 milioni di
ore a fronte dei 44 milioni e mezzo
di due anni fa) ma in crescita rispetto
al 2001 «non registra ancora la
situazione di crisi che si è determinata
in questi grandi gruppi industriali
i cui effetti si registreranno a
partire dal mese di dicembre 2002»,
osserva Damiano.
La fotografia si inserisce in un
quadro macroeconomico allarmante:
la crescita del Pil prossima allo
zero, la produzione segna il passo,
l’inflazione e il debito, al contrario,
aumentano: «ad essi si salda la preoccupazione
che suscita la tendenza
della cig per le ricadute che promette
di avere sulla tenuta dell’occupazione».
«Fin qui - continua il responsabile
Lavoro dei Ds - il governo
ha beneficiato della spinta positiva
venuta dalle riforme del mercato
del lavoro portate avanti dai governi
di centrosinistra dal ‘97 in poi e
che hanno creato 1 milione e 300
mila nuovi posti di lavoro. Oggi anche
su questo terreno siamo a un’inversione
di tendenza».
Lo studio sull’andamento della
cig negli ultimi tre anni anticipa
l’iniziativa nazionale che i due dipartimenti
ds terranno il 27 gennaio
proprio sui problemi delle crisi
industriali e dell’occupazione. «Stiamo
costruendo una mappa delle situazioni
di crisi nell’industria e nei
servizi - annuncia Damiano - mentre
sul nostro sito (www.dsonline.
it) è già cominciato un lavoro di
“censimento” e di dibattito su quanto
sta accadendo nel nostro Paese».
fe. m.