4/3/2002 ore: 10:33

Via al congresso Uil tra mugugni e voglia di unità

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(Del 4/3/2002 Sezione: Economia Pag. 19)
Angeletti: un patto per lo sviluppo
Via al congresso Uil tra mugugni e voglia di unità



TORINO

Per la Uil non sarà un congresso «facile» quello che si apre oggi al Lingotto. C´è il braccio di ferro col governo sulla riforma dell´articolo 18; c´è la divisione con la Cisl, più disponibile a trattare con gli imprenditori, e con la Cgil, che ha proclamato lo sciopero generale; e ci sono le perplessità di molti grossi calibri dell´organizzazione nei confronti della tattica sostenuta in questi mesi dal segretario generale, Luigi Angeletti. Tanto è vero che il gruppo dirigente ha alla fine deciso di non discutere - come di solito avviene - le linee guida della relazione introduttiva che oggi Angeletti leggerà dalla tribuna del congresso. Una decisione che non va vista tanto come scelta polemica nei confronti del segretario generale, che non rischia nessuna sorpresa sgradita da parte dei 1.012 delegati, che rappresentano quasi 1,8 milioni di iscritti. Ma sicuramente il dibattito interno sarà vivace. Nell´era della Prima Repubblica, la Uil era l´organizzazione di riferimento dell´area «laica e socialista», anche se non si può certo dire che nella stagione di Giorgio Benvenuto o di Pietro Larizza vi fosse grande consonanza con i partiti di quell´area, quasi sempre al governo. In verità, la più piccola delle confederazioni sindacali ha sempre avuto un´identità politica «debole», rispetto a quanto facevano Cisl e Cgil. Oggi, paradossalmente, nel gruppo dirigente Uil c´è un´attenzione e un coinvolgimento verso la politica molto maggiore: se i segretari confederali Franco Lotito e Paolo Pirani sono membri della Direzione dei Ds (come Cofferati ed Epifani), il leader della Funzione Pubblica Carlo Fiordaliso aderisce a Forza Italia. Luigi Angeletti, come il suo predecessore Pietro Larizza (che l´ha fortemente voluto alla guida della Uil) era socialista. Nello scontro con l´Esecutivo sulle deleghe su lavoro e pensioni, Angeletti ha cercato di conservare alla sua organizzazione uno spazio di manovra rispetto alle evoluzioni delle «corazzate» Cisl e Cgil. Una politica condivisa dal gruppo dirigente, che pure non ha alcuna obiezione sul merito delle posizioni fin qui espresse dal segretario generale. Le differenze - e significative - ci sono quando si passa a discutere della «tattica». Che in molti ritengono eccessivamente ondivaga - oscillando tra l´estrema rigidità e un altrettanto estrema disponibilità a negoziare col governo, anche sull´articolo 18 - e tutto sommato scarsamente «leggibile» all´esterno. Sull´articolo 18, la Cgil sciopera; la Cisl tratta mantenendo le sue posizioni. E la Uil? La riunione della direzione di martedì 26 febbraio ha registrato molti mugugni nei confronti della strategia di Angeletti, che propone di trattare, ma non sull´articolo 18; che organizza uno «Work Day» il 16 marzo, ma ipotizza il ricorso allo sciopero generale. Tra i settori più critici, il sindacato dei pensionati di Silvano Miniati, quello del commercio di Bruno Boco, e regioni importanti come il Piemonte e il Friuli.

A tutti i critici risponderà oggi Luigi Angeletti. Nella sua relazione il segretario generale lancerà alcune proposte, e confermerà l´irriducibile opposizione della Uil alle modifiche dell´articolo 18 varate dal governo. Convinto che l´Esecutivo alla fine «rinsavirà» e ritirerà la norma sui licenziamenti, Angeletti proporrà agli imprenditori e al governo «un patto per lo sviluppo», per aumentare il flusso di investimenti e accrescere la competitività. Sulla frattura tra Cgil-Cisl-Uil, Angeletti dirà che la Cgil sta sbagliando, e di fatto rafforza la posizione di governo e Confindustria: per questo lancerà la proposta di regole democratiche per misurare la rappresentatività dei sindacati, anche attraverso una legge.
Roberto Giovannini

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