29/7/2002 ore: 11:52

Si è aperta la caccia alle badanti

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domenica 28 luglio 2002



La denuncia è dei senatori ds Gasperoni e Calzolaio: «Sono almeno 15 negli ultimi due giorni le persone cacciate con il foglio di via»
Si è aperta la caccia alle badanti
Nelle Marche i carabinieri entrano in casa per cercare i domestici non in regola. Per ordine di chi?

Vladimiro Polchi

ROMA. Caccia grossa alle badanti irregolari.
Dopo la schedatura degli iscritti al sindacato, arriva la maxi-retata di colf
e badanti. Ancora una volta protagonisti i carabinieri marchigiani. Ancora
una volta scatta il gioco allo scaricabarile, a responsabilizzare di tutto la solita
stazione periferica dell’Arma. E ancora una volta si pongono inevitabili alcune
domande: cosa si nasconde dietro le anomale iniziative dei carabinieri? Come
si spiega questo insolito interventismo? La caccia alle badanti, le «pericolose»
immigrate che assistono amorevolmente anziani e disabili italiani non
autosufficienti, scatta giovedì scorso a Fano, in provincia di Pesaro-Urbino.
I carabinieri della compagnia locale bussano alle porte di 11 famiglie italiane,
nei piccoli paesi di Barchi, Orciano, San Giorgio, Montemaggiore e Metauro.
Vanno a colpo sicuro. Identificano le badanti irregolari, per le quali scatta
la procedura di espulsione: nove ucraine, una moldava e una polacca.
Le famiglie vengono denunciate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Si viene poi a sapere che retate analoghe vengono effettuate anche in altri comuni
della provincia. Il tutto accade poche settimane prima dell’entrata in vigore della
contestata legge Bossi-Fini, che oltre a prevedere un duro giro di vite sull’immigrazione,
permette alle famiglie di regolarizzare proprio le colf e badanti.
Per questo il «ripulisti» dei carabinieri appare ancora più preoccupante. Il deputato Ds
Pietro Gasperoni, venerdì mattina presenta un’interrogazione al ministro dell’Interno.
Vuole sapere se il Viminale «non ritiene ingiustificato tale comportamento dell’Arma,
dopo l’approvazione della legge che prevede per colf e badanti la sanatoria». Il deputato
della Quercia si dice «sorpreso dell’iperattivismo dei carabinieri, che dopo la Bossi-Fini
iniziano a fare controlli a tappeto e mettono nei guai una valanga di famiglie della zona
(almeno 15 sarebbero i decreti di espulsione)». Per Gasperoni «questa condotta suscita
mille dubbi e fa sospettare che l’Arma si senta legittimata dal clima di scontro voluto
dal governo». I Ds delle Marche vogliono capirne di più. La questura di Pesaro gli
risponde di non saperne nulla e che si tratterebbe di un’iniziativa autonoma dei carabinieri.
La direzione regionale della Quercia si riunisce con urgenza venerdì sera. Stigmatizza
la condotta dell’Arma, esprime solidarietà alle famiglie denunciate e decide di scrivere al
ministro dell’Interno per avere risposte chiare, prima della riapertura dei lavori della Camera.
Anche il deputato maceratese Ds, Valerio Calzolaio, si allarma per il «clima nazionale che i carabinieri sembrano interpretare più celermente di altri» e ritiene che «la schedatura dei
lavoratori rientra nel clima di intimidazione ai sindacati, così come la caccia alle badanti si giustifica nel clima di sospetto voluto dal governo nei confronti degli immigrati». I carabinieri
del comando di Fano, rispondono con stupore al clamore suscitato dalle retate.
«Abbiamo solo applicato la legge ancora in vigore - spiega il comandante - relativa a immigrati clandestini e irregolarmente assunti, è un’attività che rientra nei normali controlli sul territorio».
Il comandante esclude che possa essere in atto «una operazione di ricerca mirata» e ricorda che «se noi non denunciamo gli immigrati irregolari, commettiamo il reato d’omissione d’atti d’ufficio». Infine aggiunge di essere perfino «dispiaciuto» che la retata «abbia coinvolto la categoria delle badanti» e si augura che la posizione degli immigrati che lavorano venga
«al più presto regolarizzata». Nel pomeriggio, una nota dell’Arma dei carabinieri
conferma le 11 procedure di espulsione, ma rassicura che «non sono in corso censimenti
sugli irregolari alla vigilia della nuova legge sull’immigrazione».
«Si è trattato - si legge nella nota –solo di una doverosa attività di indagine scaturita da
una notizia di reato». La notizia di reato in questione sarebbe la denuncia a carico di una
donna ucraina di 58 anni, responsabile del «traffico» delle badanti nella provincia
di Pesaro-Urbino. Ma le rassicurazioni dei carabinieri non convincono Gianluigi Storti,
responsabile dell’Anolf, un’associazione della Cisl che si occupa dell’immigrazione.
«Siamo al corrente di altre retate analoghe sul territorio marchigiano - racconta Storti
- condotte con ispezioni prolungate e ripetute anche a tarda ora all’interno delle abitazioni».
La Cisl, insieme alla Cigl, chiederà un incontro con il prefetto di Pesaro «per sapere perché
si è sparato con un cannone a una mosca, colpendo persone inermi e mettendo in difficoltà
anziani per lo più poveri, che necessitano di assistenza». I sindacati hanno già deciso di
ricorrere al giudice contro le procedure di espulsione, che «ricacciano nell’ombra donne
che lavorano da anni in Italia e finiscono per aumentare il rischio della clandestinità».
Storti avanza infine un sospetto: «Prima dell’entrata in vigore della legge Bossi-Fini,
vogliono ridimensionare il problema e ridurre il numero della badanti irregolari.
È un’ingiustizia profonda, che noi continueremo a combattere».

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