Primo Maggio, il sindaco rilancia: «Negozi aperti: è libertà»
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La replica alle critiche del segretario Cgil Epifani sugli orari del commercio: «Basta feticci ideologici»
L’apertura dei negozi del centro di Firenze per il Primo Maggio continua a far discutere Palazzo Vecchio e Cgil. E stavolta il rilancio non è del sindacato, ma del sindaco. Che ieri ha confermato: anche il prossimo anno il Comune darà la possibilità ai negozi entro la cerchia dei viali di restare aperti per la festa dei lavoratori. Quello della Cgil, aggiunge Matteo Renzi, è un «feticcio ideologico».
È la risposta all’attacco contro Renzi arrivato sabato scorso dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani intervenendo al congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà a Firenze. «Il Primo Maggio i negozi devono stare chiusi», aveva detto Epifani che ieri era di nuovo a Firenze, per un incontro organizzato dalla Fiom-Cgil. Ma lì non ha parlato di Primo Maggio, il tema era un altro, la crisi delle fabbriche in Toscana e in Italia. Sullo sfondo, Sergio Marchionne e la Fiat, Pomigliano e Melfi. Epifani non era solo a parlarne. «Non è colpa dei lavoratori se la Fiat in Italia è in ritardo. Le responsabilità sono dei modelli poco competitivi» dice Marcello Corti, segretario della Fiom fiorentina, che non ha digerito le recenti parole dell’amministratore delegato di Fiat. «Non è vero che i nostri stabilimenti non funzionano: Melfi è stato premiato proprio per la sua efficienza — ha aggiunto Corti— Inoltre, il 70% della produttività si genera fuori dall’azienda: come mai questo Marchionne non l’ha detto?». Le parole del segretario provinciale sono arrivate a margine del convegno nazionale dal titolo «Per il rinnovamento e la nuova unità della Fiom», svoltosi ieri al Saschall e al quale hanno partecipato Epifani e il segretario della Fiom Maurizio Landini. Duro, da parte di entrambi, l’attacco a Marchionne e al governo italiano. «In Germania Marchionne sarebbe stato cacciato— ha detto Epifani— Ha parlato in televisione e non davanti al suo comitato di sorveglianza. Quando ci sono problemi si affrontano ai tavoli di trattativa. Avete mai visto una vertenza che si fa in tv o sui giornali, senza che ai tavoli preposti succeda qualcosa? È questa la sua assunzione di responsabilità?» Inoltre, ha aggiunto Epifani, «qualunque governo europeo avrebbe aperto un tavolo per affrontare la situazione della Fiat, i cui problemi non derivano dall’orario di lavoro ma dal fatto che i suoi modelli non si vendono». Per il segretario della Fiom Maurizio Landini, la crisi della Fiat va imputata proprio al governo, definito «il grande assente». Nessun accenno, nel corso del convegno, alle parole del sindaco Renzi sul Primo Maggio. E allora ci pensa il sindaco, che rispondendo ai giornalisti rilancia.
«Se vogliamo parlare di chiusure domenicali, di Primo Maggio, noi siamo disponibili e pronti ad ogni tipo di discussione», ma «se vogliamo ragionare su quante persone lavorano il Primo Maggio a Firenze, io dico che sono meno di quelle che lavorano per mettere su il palco delle organizzazioni sindacali a Roma». Ottanta contro oltre un centinaio, secondo il sindaco, che ribadisce: «I negozi del centro che lo vorranno resteranno aperti anche il prossimo anno. Per chi non vorrà non sarà obbligatorio aprire. È una libertà di lavoro che, chi vuole, può esercitare ed è un tema che una città turistica come Firenze, che ha migliaia di persone nelle strade, non può che fare». «Io dico no — ha proseguito — al fatto che di questa vicenda si faccia un feticcio ideologico».