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Postalmarket, si chiude: solo sei mesi d’indennità

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    mercoledì 6 giugno 2007

    Pagina 15 - Milano


    Postalmarket, si chiude:
    solo sei mesi d’indennità

    Emiliano Cuti

    Peschiera Il braccio di ferro tra il gruppo friulano Bernardi e i sindacati sulla dismissione dello stabilimento di San Bovio che ospita Postalmarket si è concluso. E l’esito, più o meno scontato, sancisce la chiusura della vetrina patinata della moda su catalogo e la messa in vendita degli impianti di Peschiera. A spasso 130 dipendenti, che hanno ottenuto sei mesi di cassa integrazione in deroga, che poi a chiusura avvenuta sarà tramutata in mobilità con riconosciuta una buonuscita di 5mila euro. Se la dovranno cavare con quasi 800 euro al mese, a fronte di un precedente stipendio di 1.200-1.300 euro. L’intesa deve ancora passare l’avallo del Pirellone, che comunque in via preliminare si era già espresso favorevolmente con il suo rappresentante.
      Occorrerà verificare la fattibilità della procedura prevista nella legge finanziaria, che concede alle regioni la gestione di questi provvedimenti parziali in eccezione alle figure prescritte. Altrimenti, bocciata la cassa integrazione in deroga, alle maestranze non resterebbe che la mobilità: da subito con incentivo maggiorato a 10mila euro. Insomma una mazzata sul capo dei dipendenti che il mese scorso si erano presentati in picchetto davanti all’agenzia regionale di lavoro, divisi tra chi voleva assicurata la cassa integrazione lunga e chi invece sosteneva a gran voce il buono stato di salute di Postalmarket e la sua inspiegabile dismissione. Nulla di fatto: solo, forse, sei mesi a indennità ridotte.

      Per la proprietà la cessazione è giustificata dai bilanci in rosso. Delle perdite il gruppo rientrerà in parte con la vendita dello stabilimento di San Bovio: si parla di oltre 30 milioni di euro per la cessione contro i 9 milioni spesi per l’acquisto. Il marchio rimarrà di proprietà e potrà essere rimesso sul mercato al momento opportuno. La ”griffe” è stata rilevata alla fine del 2003 pagando 40 milioni di euro e promettendo il rilancio della vendita per corrispondenza che ancora all’epoca della gestione di Eugenio Filograna contava 550 addetti.

      «Purtroppo - commenta Federico Antonelli, sindacalista Cgil - in questa lunga sofferenza durata quattro anni si sono diradate le false speranze che i dipendenti di Peschiera custodivano nel Gruppo Bernardi. Tutto ruota intorno all’acquisto a buon mercato dell’immobile di San Bovio, la cui vendita prospetta guadagni importanti. Non nascondo l’amarezza per un capitolo triste che si chiude. Detto questo noi abbiamo fatto il massimo, in una trattativa che consentiva pochi margini di manovra. Abbiamo stipulato un accordo che dà dignità a tante persone che da una vita hanno lavorato con Postalmarket»

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