Palermo. L'affare degli ipermercati cancella 55 ettari di verde
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L'affare degli ipermercati cancella 55 ettari di verde Insediamenti a Brancaccio, spunta l'ombra della mafia. E a Bonagia e a Castelforte...
ENRICO DEL MERCATO
LA partita si gioca su 550 mila metri quadrati di terreno. Sui quali hanno già messo gli occhi i colossi della grande distribuzione e che adesso sono diventati un affare d'oro per chi ne è proprietario. A dare il fischio d'inizio alla grande partita è stato il consiglio comunale che, la scorsa settimana, ha approvato il nuovo piano commerciale. Dentro quel piano c'è l'abbattimento delle multe per chi non realizza i parcheggi vicino agli esercizi commerciali nel centro storico e c'è la previsione di spazi per tredici nuovi mercatini ambulanti. Soprattutto, però, in quel piano c'è un colpo di matita su 55 ettari che il piano regolatore destinava a verde e che sono stati trasformati in zone per insediamenti produttivi e commerciali. È uno dei business annunciati per il futuro prossimo venturo. Alle porte degli uffici del Comune - impegnati in questi anni nella redazione del piano regolatore - hanno già bussato alcuni dei gruppi leader nel settore della grande distribuzione a cominciare dai francesi di Carrefour dal gruppo Auchan, controllato da Rinascente del gruppo Fiat, e dalla Conscoop, il braccio della Lega coop che opera nel settore. Così, per esempio, il piano commerciale varato giovedì scorso (sotto la guida soprattutto di presidente e vice presidente della commissione urbanistica Leonardo D'Arrigo e Giovanni Mercadante) ha allargato la zona destinata ad insediamenti commerciali a Brancaccio. Lì è annunciato da tempo l'investimento di Carrefour che punterebbe alla realizzazione di un ipermercato. Ma, su quella stessa zona, avevano già messo gli occhi alcuni commercianti del centro storico di Palermo, riuniti nel consorzio Panormus e sponsorizzati dal presidente del consiglio comunale Costantino Garraffa, che in quell'area avrebbero voluto realizzare un centro di stoccaggio. Deve essere, quella di Brancaccio, una zona che gli analisti della grande distribuzione giudicano più che appetibile. Ma è anche un'area che - alla vigilia delle scorse elezioni politiche - finì al centro di una polemica. Ad aprirla fu il senatore di Forza Italia Carlo Vizzini, il quale denunciò interessi mafiosi sui terreni che avrebbero dovuto essere ceduti alle imprese interessate a costruire o l'ipermercato o il centro di stoccaggio. Di fatto, comunque, il colosso della distribuzione e il consorzio dei commercianti palermitani entrarono in rotta di collisione: troppo pochi quei 20 ettari destinati a insediamenti produttivi per soddisfare le attese di tutti. Così il piano commerciale varato in fretta e furia a Sala delle Lapidi allarga di 15 ettari (prima destinati a verde) la zona sulla quale far sorgere attività commerciali. Poco più a nord, Bonagia. Anche lì si era fatto avanti un colosso della grande distribuzione, la Conscoop. Anche lì, il nuovo piano commerciale deroga al piano regolatore, cancella zone destinate a verde e le destina ad insediamenti produttivi. Quanto basta per allargare la zona dove presumibilmente dovrebbe sorgere un ipermercato da 10 a 18 ettari. A Castelforte, dalla parte opposta della città, invece, premeva il presidente della Confcommercio Roberto Helg. In tutta quella zona il piano regolatore prevede insediamenti turistici, ma il leader dei commercianti palermitani aveva già presentato un'osservazione al prg con la quale chiedeva il cambio di destinazione urbanistica per i terreni di sua proprietà. Quell'osservazione venne respinta, ma col piano commerciale approvato la scorsa settimana cambia tutto. Spiega Leonardo D'Arrigo: «Tutta la zona di Castelforte che era stata indicata come area per la promozione turistica viene trasformata in zona per insediamenti produttivi. Il presidente della Confcommercio, ma anche gli operatori turistici ci hanno detto che lì le attività turistiche non hanno senso. E noi abbiamo recepito gli indirizzi delle associazioni di categoria». Su quella zona - dicono - avrebbe già messo gli occhi Auchan, il terzo colosso della grande distribuzione pronto a investire in città. Ma gli spazi per le zone produttive e commerciali sono saltati fuori pure dalle parti di Borgo Nuovo (al Fondo Ingastone), a Pagliarelli (proprio a ridosso di un baglio del Settecento) e a Cardillo. Così, nel bel mezzo del verde. Senza che da quelle parti fosse mai stata segnata sulle carte del prg l'idea di farci insediamenti commerciali.
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