5/4/2004 ore: 11:49
Lavoro, via libera alle nuove ispezioni
Contenuti associati
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2004-04-03 - pag: 23 autore: MARCELLO FRISONE |
LEGGE BIAGI • Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo di riordino dell’attività di vigilanza Lavoro, via libera alle nuove ispezioni |
Debuttano il diritto di interpello in materia previdenziale e la Commissione centrale di coordinamento al ministero del Welfare |
ROMA • Taglia il traguardo il riordino dell’attività di vigilanza in materia di lavoro. Ieri, infatti, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo di attuazione dell’articolo 8 della legge delega 30/2003 (la riforma Biagi), dopo aver esaminato in via preliminare il provvedimento il 29 gennaio scorso. Il coordinamento delle ispezioni sarà assunto da una direzione ad hoc del ministero del Lavoro (il nome del direttore generale sarà annunciato nei prossimi giorni) e «consentirà al Governo — ha spiegato il ministro Roberto Maroni — un’azione più efficace di contrasto al lavoro irregolare». Un lotta al sommerso che cerca di "coinvolgere" anche i datori di lavoro con l’introduzione dell’istituto della diffida: «Se si verificano inadempienze — ha continuato Maroni — l’ispettore diffiderà il datore di lavoro ad adempiere al proprio obbligo entro un certo termine, invece di irrogare la sanzione subito. Nel caso si ottemperi entro il termine indicato la sanzione sarà al "minimo di legge", pari al 25% della multa». Sul provvedimento appena varato non sono tardate le reazioni dei sindacati. «È una vergogna — ha commentato Beppe Casadio, segretario confederale della Cgil —. Si ignora totalmente il parere contrario espresso da quasi tutte le parti sociali». La Cisl esprime un giudizio positivo sulla riforma «anche se — ha sottolineato Raffaele Bonanni, segretario confederale — si poteva fare di più». Il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, si è augurato «che l’azione di contrasto al lavoro nero non sprofondi ulteriormente nella palude burocratica ministeriale». La riforma delle ispezioni, infine, è «un pasticcio — ha spiegato Renata Polverini, vicesegretario generale Ugl — e un punto perso nella lotta al sommerso». Molte le novità contenute nei 20 articoli del decreto legislativo: possibilità per i datori di lavoro di esercitare il diritto d’interpello (così come già avviene in materia fiscale); definizione dei poteri e delle funzioni del personale ispettivo (anche di prevenzione e formazione); previsione di una banca dati sulle ispezioni collegata alla «Borsa nazionale continua del lavoro»; debutto della «conciliazione monocratica» per le controversie; nuovi poteri sulle diffide e snellimento delle procedure per i ricorsi (si vedano anche gli articoli a fianco). Commissione centrale di coordinamento. Come già ricordato da Maroni, sarà istituita al ministero del Lavoro una Direzione generale con compiti di direzione e coordinamento delle attività ispettive. Nella commissione centrale, presieduta dal ministro del Welfare, saranno coinvolti anche i vertici di Inps, Inail, Guardia di Finanza, agenzia delle Entrate, Asl, Carabinieri, Polizia di Stato, Cles, datori di lavoro e sindacati. La commissione, inoltre, definirà anche le linee di indirizzo per la realizzazione del modello unificato di verbale di ispezione in materia di previdenza e assistenza obbligatoria. Diritto di interpello. Le associazioni di categoria, gli Ordini professionali (di propria iniziativa o su segnalazione degli iscritti) e gli enti pubblici potranno inoltrare solo per via telematica alle direzioni provinciali del Lavoro (che poi li trasmetteranno alla direzione generale) quesiti sulla corretta applicazione della normativa. Prevenzione e promozione. Gli ispettori delle direzioni generali e provinciali (ma anche il personale degli enti previdenziali) potranno svolgere presso le aziende attività sia di promozione del rispetto della normativa in materia di lavoro o previdenziale, sia di prevenzione delle violazioni. La direzione generale potrà stipulare convenzioni con aziende, enti e associazioni per svolgere attività di informazione e aggiornamento. Lo schema della convenzione verrà definito con un decreto del Welfare. Banca dati telematica. Saranno convogliate qui sia le informazioni raccolte sui «datori di lavoro ispezionati», sia le materie oggetto di aggiornamento e di formazione permanente del personale ispettivo. Alla banca dati, che sarà una sezione riservata della «Borsa continua nazionale del lavoro», potranno accedere solo gli organi abilitati alla vigilanza. |
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2004-04-03 - pag: 23 autore: |
La riforma |
Sintesi di alcuni punti del decreto legislativo e alcuni dati sulle ispezioni |
-Decreto al via. Il Consiglio dei ministri ha varato definitivamente la riforma dell’attività di vigilanza in materia di lavoro. Il decreto legislativo viaggia adesso verso la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» -Commissione centrale di coordinamento. Sarà istituita al ministero del Lavoro una Direzione generale con compiti di coordinamento delle attività ispettive. Nella commissione centrale, presieduta dal ministro del Welfare, saranno coinvolti anche i vertici di Inps, Inail, Guardia di Finanza, agenzia delle Entrate, Asl, Carabinieri, Polizia di Stato, Cles, datori di lavoro e sindacati - Diritto di interpello. Le associazioni di categoria, gli Ordini professionali e gli enti pubblici potranno inoltrare solo per via telematica alle direzioni provinciali del Lavoro quesiti sulla corretta applicazione della normativa - Prevenzione e promozione. Gli ispettori delle direzioni generali, provinciali e degli enti previdenziali potranno svolgere presso le aziende attività sia di promozione del rispetto della normativa in materia di lavoro o previdenziale, sia di prevenzione delle violazioni - Banca dati. Saranno convogliate qui sia le informazioni raccolte sui «datori di lavoro ispezionati», sia le materie oggetto di aggiornamento e di formazione permanente del personale ispettivo - Ispezioni. Nel 2003 gli accertamenti ispettivi dell’Inps sono stati 147.469 con il 61% di situazioni irregolari. I lavoratori accertati in posizione irregolare nel complesso sono stati 111.484 per un totale di contributi evasi accertati di 569 milioni di euro |