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La stangata d’estate costa 120 euro a famiglia

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11 Luglio 2004

La stangata d’estate costa 120 euro a famiglia

Le associazioni dei consumatori prevedono aumenti sul fronte delle polizze assicurative e dei servizi bancari

Luigina Venturelli

MILANO La stangata varata da Berlusconi per mettere una pezza alle disastrate finanze statali si riversa, ancora una volta, sulle tasche già molto provate dei consumatori italiani. La manovra correttiva dei conti pubblici, infatti, costerà ad ogni famiglia fino a 120 euro all’anno.

È la stima effettuata dall’Adusbef, secondo cui oltre a polizze assicurative e servizi bancari, ad aumentare saranno soprattutto le tasse locali, che Comuni e Regioni appesantiranno per recuperare le risorse perse per la riduzione dei trasferimenti.
«La gente è costretta a tirare sempre di più la cinghia. Solo l’aumento della fiscalità su banche e assicurazioni - spiega Elio Lannutti, presidente dell’associazione che aderisce all’Intesa dei consumatori - si ripercuoterà sulle famiglie con rincari complessivi di 75 euro».

In particolare, ci sarà una spesa aggiuntiva di 38 euro derivante dai previsti incrementi dell’rc-auto. Le imprese di assicurazione dovranno versare a fine anno ben 700 milioni di euro in più al fisco, dopo che l’imposta sulle riserve del settore vita e sui fondi pensione è stata aumentata dall’esecutivo dallo 0,20 allo 0,30%.
Un esborso notevole, che difficilmente gli istituti del settore rinunceranno a riversare sui propri clienti, tramite l’innalzamento delle tariffe per gli automobilisti. Quelle dalla domanda di mercato più rigida che, per l’obbligatorietà della polizza in questione, meno risentono delle fluttuazioni di prezzo.

Altri 37 euro saranno richiesti dal maggior costo dei servizi bancari. Tramite l’innalzamento delle spese per il conto corrente, per le operazioni di pagamento, per la modulistica e per gli interessi passivi, gli enti creditizi - è la previsione di Adusbef - si rifaranno sugli utenti della manovra prevista dal governo.
Manovra secondo cui le banche e le società di intermediazione mobiliare pagheranno 370 milioni di euro di Irap in più, con una modifica alla base imponibile che riguarda le «riprese di valore su crediti verso la clientela», ma anche gli «accantonamenti per rischi sui crediti».

Resta poi da valutare il peso dei tagli agli enti locali che, secondo Lannutti «si rifaranno con la fiscalità, aggiungendo altri 20-22 euro agli aumenti di oltre il 30% che già si sono verificati nel corso degli ultimi due anni».

Dopo la pesante riduzione di risorse operata con la scorsa legge finanziaria, i Comuni di oltre 5mila abitanti subiscono con la manovra correttiva l’ordine di ridurre del 10% la spesa per l’acquisto di beni e servizi, con grossi rischi per quelli sociali, che gli enti locali spesso delegano a strutture esterne come le cooperative per l’assistenza degli anziani.

Per bilanciare in parte la sforbiciata ai propri fondi, i Comuni in parte innalzeranno i costi dei servizi a pagamento, in parte aumenteranno le tasse locali. E per i consumatori l’aggravio di spesa sarà doppio.

In cima alla classifica dei salassati restano però i fumatori, sui quali peserà pure l’aumento del prezzo delle sigarette. Il decreto correttivo non introduce un incremento automatico del pacchetto di bionde, ma di fatto limita i ricavi dei produttori, lasciandoli liberi di scegliere tra il guadagnare di meno o l’alzare i prezzi per i consumatori. Per chi non creda al buon cuore delle multinazionali del tabacco, la conseguenza è scontata.



   

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