Convenzione Ue, turismo out
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ItaliaOggi (Turismo) Numero 118, pag. 16 del 20/5/2003 di Fabio Donfrancesco
Settore tolto nell'ultima bozza della Costituzione Il turismo non ha più diritto di cittadinanza nella nuova Unione europea. Nell'ultima riunione della Convenzione, che sta redigendo la bozza del nuovo trattato che sarà ufficialmente presentato a Salonicco il 20 giugno, il settore è stato inspiegabilmente depennato dal testo conclusivo. Il motivo preciso non è conosciuto. Al suo posto, pare sia stato inserito lo sport. È indubbio che il business generato dall'industria legata alla pratica delle discipline sportive, non solo professionistiche, sia di notevoli entità. Ma il turismo rappresenta comunque una delle più importanti voci, in termini di contribuzione delle entrate, per i 15 paesi componenti l'Unione europea (5% in termini assoluti e 12% se si considerano anche gli altri comparti legati in maniera diretta, come i trasporti). Anzi, proprio lo sport sta diventando un segmento sempre più importante nell'offerta di viaggi e pacchetti vacanze ad hoc, ritagliandosi un'importante nicchia del mercato. Pedro Ortun, direttore generale dell'ufficio del commercio, turismo ed e-business della Commissione europea a Bruxelles, aveva sul viso un'espressione di grande stupore e di profonda inquietudine, mentre tra i delegati al summit mondiale del turismo, a Vilamoura, commentava la notizia con ´unbelievable', ovvero da non credersi. Se da un lato il settore sta attraversando uno dei momenti più difficili degli ultimi decenni, mai si era visto in passato il turista diventare uno dei simboli occidentali da colpire dal fanatismo terrorista, dall'altro i politici sembrano rivolgere lo sguardo altrove. ´In passato gli economisti affermavano che in situazioni di crisi economica e congiuntura sfavorevole, come quella attuale, si sacrificavano i bisogni non essenziali, come appunto i viaggi e le vacanze', spiegava Francesco Frangialli, segretario generale del World tourism organization (Wto). ´Oggi, però, tale assunto non corrisponde più al vero. Le vacanze, seppur di breve durata (short-break) e in più periodi dell'anno, fanno parte delle necessità primarie di vita. E basta guardare a quanto sta accadendo in Asia, per capire come le economie di intere nazioni siano condizionate dall'industria dei viaggi e delle vacanze'. I rappresentanti politici dei paesi europei, componenti del praesidium e della Convenzione, sembrano essersene apparentemente dimenticati. Come il fatto che il turismo, in realtà, è già inserito, sin dall'accordo di Maastricht, nell'articolo 3.1.u del trattato dell'Unione europea in vigore. La prossima riunione politica del praesidium, prima dell'appuntamento di Salonicco, si dovrebbe tenere il 29 maggio. Si spera che, almeno in quest'occasione, i componenti italiani e degli altri paesi europei non siano ancora distratti. |