7/7/2005 ore: 10:52
Ai riformisti piace una Cgil in salsa Pezzotta
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Pagina 3 Con la Uil l’intesa è più che buona, è ottima: Angeletti ha definito la relazione di Pezzotta «perfetta» riferendosi proprio alle politiche contrattuali. Certo, sulle politiche fiscali e in particolare sulla detassazione degli incrementi contrattuali, suo cavallo di battaglia, riscontra «divergenze» che non nasconderà, parlando oggi ai cislini, ma sul resto nulla da eccepire. La Cgil - epifaniani in testa - ci va molto più cauta, naturalmente ma chi, come la segretaria confederale Nicoletta Rocchi, s’è spesa in prima persona e con coraggio per aprire sul serio, dentro la segreteria, il dialogo sulla riforma degli assetti contrattuali, è soddisfatta: «Pezzotta ha parlato all’identità e all’orgoglio dei suoi ma ha anche ribadito un giudizio netto e severo sul governo, chiedendo che vada a casa. Nel comune giudizio sulla crisi economica e sulla necessità di rimettere in moto il paese si può e si deve parlare anche di riforma dei contratti. Una mediazione comune è possibile». Il problema è capire come e in che tempi, considerando anche le più che divergenti opinioni tra la Fiom, rigida nella sua indisponibilità ad aprire nuovi tavoli con Federmeccanica, e la Fim - la cui proposta di fare un “contratto ponte” per sbloccare una trattativa in pericoloso stallo Pezzotta ha appoggiato con forza nel suo discorso - per non dire dell’insofferenza della Uilm per la Fiom. Megale però la strada del dialogo, pur se accidentato, la vede tutta: «percorso unitario, consultazione tra i lavoratori, confronto con il governo che uscirà dalle urne». Stante che con quello attuale non si tratta, giudizio oggi condiviso anche dalla Cisl. Tutto bene, dunque? Nient’affatto, considerando che nuove tensioni tra Cgil e Cisl, specie sul fronte del rapporto con la politica, tra primarie dell’Unione, pezzi di Cgil (come la Funzione pubblica) che si schierano a favore della ricomposizione della sinistra alternativa filo-Prc e la Fiom che (Cremaschi e non solo) è ostile a ogni riforma dei contratti come a ogni idea di concertazione, sono alti. Pezzotta però ha parlato chiaro: o si trova una posizione comune, sui contratti, oppure andiamo avanti da soli, e ha indicato anche una data, settembre-ottobre, proponendo una «grande consultazione tra i lavoratori». Di tutto il sindacato o, appunto, della sola Cisl ma aperta a tutti. «L’ultimatum c’è ed è fastidioso - ribattono in Cgil gli epifaniani, che rinviano al documento votato dal loro Direttivo due settimane fa come base di partenza utile - ma vuol dire anche che una partita così delicata non si può decidere nelle segrete stanze di tre segretari». Persino Aldo Amoretti, presidente dell’Inca Cgil e altro riformista doc, frena gli entusiasmi: «Le cose dette da Pezzotta erano note, ora vediamo se davvero riusciremo anche noi a riaprire un vero confronto». |