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luned? 4 dicembre 2006
Pagina 4 - Economia/Primo Piano
IL PENSATOIO ITALIANIEUROPEI A CONVEGNO
D’Alema a Milano sferza le imprese
Antonella Rampino Inviata A Sesto S.Giovanni
Proprio nel giorno in cui la rutelliana Glocus tiene a Milano una non pubblicizzata riunione tra liberalizzatori, da Linda Lanzillotta ad Antonio Polito, il braccio destro di Prodi, Enrico Letta, annuncia dalla tribuna della dalemiana Italianieuropei la necessit? che le municipalizzate si uniscano ?in una nuova E.On?, e che il sistema delle Authority sia riformato, con tanto di commissione parlamentare presieduta da Bruno Tabacci. Ma la tavola rotonda che ? stata ieri l’apoteosi finale del workshop col quale Massimo D’Alema ha chiamato a raccolta l’establishment soprattutto finanziario si ? scaldata solo quando Ferruccio De Bortoli, direttore del “Sole 24 Ore” ha calato l’asso.
?Ma per imprenditori e banchieri ? pi? invadente un governo di centrodestra, che magari con la legge Gasparri fa esplodere il fatturato di Mediaset, o un governo di centrosinistra, che magari d? lo stop ad Austostrade-Albertis?? Alla domanda, Alessandro Profumo guardava fisso nel vuoto. Il ministro degli Esteri ha messo mano a un origami. Luca Cordero di Montezemolo ? tornato a chiedere riforme che rimettano l’Azienda Italia sul binario dello sviluppo. Certo, ha notato, ?la scorsa legislatura ? stata una grande occasione perduta?, vediamo di non ricascarci, ?serve un nuovo patto per la competitivit?.
D’Alema non aspettava altro, ed ecco rispuntare la pi? classica proposta di ?patto sociale?, quello al quale si ricorre in Italia, con alterne fortune, sin dai tempi di La Malfa (Ugo) e Giorgio Amendola. Ma quando poi, infine, D’Alema molla l’origami, e risponde all’iniziale domanda si capisce qual ? la differenza e insieme la soglia resistenziale della bont? politica del centrosinistra: ?Noi abbiamo portato un debito pubblico che nel 1992 veleggiava oltre il 120 per cento al 105, loro dal 105 sono arrivati al 107 e passa?.
E’ solo l’avvio di qualcosa di pi? corposo, perch? il messaggio che il ministro degli Esteri lancia in patria ? ben altro. Il patto sociale, per esempio, ?serve anche per la debolezza del quadro politico?. Per cui occorre ?riformare i meccanismi decisionali?. E nonostante questo, della politica D’Alema fa un’orgogliosa difesa, ?? a lei che, nel mondo, ? affidata la competizione?.
Mica per niente, ?basta guardare Chirac, scende dal volo di Stato e si mette a vendere aeroplani, macchine, qualunque cosa... Da noi, invece, questo desta sospetti: si pensa subito alle collusioni, non che stiamo rafforzando la competitivit? di sistema?.
Secondo: ?Serve una coraggiosa riorganizzazione della macchina pubblica?. Ma attenzione, ?non a partire dall’idea degli sprechi del sistema pubblico?, anche perch?, ha ricordato ancora una volta, ?il bilancio della Fernesina ? un terzo di quello del Quai d’Orsay...?. E in fondo nemmeno si possono tanto limare i costi della politica, ?certo c’? una certa proliferazione di ceto politico diffuso, ci metteremo mano, ma non crediamo a chiss? che, le grandezze sono modeste...?.
Infine, un botta e risposta trasversale. Per vincere nella competizione globale, aveva detto Enrico Letta, ?l’Italia deve smettere di giocare come un pugilatore che si lega da solo un braccio dietro la schiena, e mettere in carriera, meritocraticamente, le donne come gli uomini?. Senn?, ?? come se il Milan lasciasse in panchina Kak?. Proteste in sala, ma solo degli interisti, nonostante le donne l? siano mosche bianche. E gi?, ha fatto notare a un certo punto D’Alema, ?pensate che quand’ero al governo a un certo punto ci siamo accorti che a forza di merito la polizia stava diventando tutta femminile: abbiamo dovuto inventarci le quote per chi aveva la ferma pi? lunga. Erano tutti uomini, naturalmente...?.
E sar? un caso, ma a un certo punto Luca Cordero di Montezemolo ha trovato il modo di dire: ?io quando sento parlare D’Alema e Letta sono d’accordo, ma con Enrico Letta sempre, e di pi?.
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