4/1/2007 ore: 11:18

"Mondo" Maxi-flessibilità alla Wal-Mart

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    giovedì 4 gennaio 2007

    Pagina 35 - Economia

    L CASO

    Un computer stabilirà gli orari di lavoro dei dipendenti che così avranno meno certezze
      Maxi-flessibilità alla Wal-Mart
      turni in base al numero dei clienti
        È la prima catena
        commerciale al
        mondo con 6.400
        punti vendita

        Arturo Zampaglione
          NEW YORK - Il nuovo sistema si chiama "ottimizzazione degli orari di lavoro". Ma dietro a questa terminologia apparentemente molto soft si nasconde una strategia che imporrà una flessibilità ancor più estrema ai rapporti di lavoro negli States. E a fare da apri-pista, ancora una volta, sarà la Wal-Mart, la prima catena commerciale del mondo. Tra qualche giorno, infatti, l´azienda di Bentonville, nell´Arkansas, comincerà a utilizzare buona parte dei suoi dipendenti americani – in tutto più di 1,3 milioni - non secondo turni prestabiliti, come è stato finora, ma in base al numero di clienti presenti negli iper-mercati. Il cambiamento avrà sicuramente effetti positivi per i consumatori, che potranno contare su una migliore assistenza, e soprattutto per i bilanci aziendali (nel 2006 la Wal-Mart ha già avuto 11,3 miliardi di dollari di utile su 315 di fatturato). Ma avvierà anche una vera rivoluzione nella vita e nelle abitudini di milioni di impiegati. I quali non potranno più fare affidamento su orari di lavoro precisi, né sulla sicurezza di un monte-ore mensile, finendo alla mercé del computer "ottimizzatore", che è anche in grado di bloccare gli straordinari.

          Il sistema introdotto dalla Wal-Mart, che è simile a quello sperimentato da altre catene come Payless ShoeSource o RadioShack, si basa su modelli computerizzati messi a punto dalla società Kronos. L´input di partenza è costituito dai dati sulle compravendite e sulla presenza dei clienti nei negozi, che vengono registrati per 7 settimane a intervalli di 15 minuti e poi paragonati alle cifre dell´anno precedente. Il modello consente poi di programmare gli orari degli impiegati in modo che ci sia un rapporto efficientissimo tra numero di commessi e attività commerciale. Ad esempio, può suggerire una scarsa presenza di dipendenti all´apertura dei supermercati, quando i clienti sono pochi, con un incremento verso l´ora di pranzo, poi una flessione nel primo pomeriggio e una ripresa verso sera quando la gente esce dal lavoro.

          Per centinaia di migliaia di "associates", cioè di soci, come la Wal-Mart chiama con un certo eufemismo i suoi dipendenti, l´escalation della flessibilità rischia di tradursi in un inferno. Invece di lavorare per 8 ore per tre giorni alla settimana – come è già il caso per molti di loro – potrebbero essere costretti a timbrare il cartellino sei volte alla settimana per sole 4 ore: a volte di giorno, a volte di notte. L´imprevedibilità dei turni renderà più difficile l´organizzazione domestica: quando assumere una baby-sitter? Come gestire una improvvisa richiesta di recarsi al lavoro? «Non c´è dubbio che il sistema determinerà una irregolarità delle prestazioni», ammette Kenneth Dalto, un consulente di problemi del lavoro interpellato dal Wall Street Journal. «Ma il punto-chiave è proprio questo: invece di rappresentare un costo fisso, i lavoratori diventano un costo variabile. E per loro non è certo un vantaggio». I dipendenti della Wal-mart lo hanno subito capito, i sindacati hanno criticato i cambiamenti, Paul Blank, che da anni guida una campagna contro gli atteggiamenti anti-sindacali del colosso dell´Arkansas, parla di «conseguenze devastanti». Ma ormai la "ottimizzazione degli orari di lavoro" fa già parte del lessico del neo-capitalismo Usa.

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