6/6/2007 ore: 10:31
"Lavoro" Verso la modifica della legge 30
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Pagina 15 - Economia & Lavoro Contro la precarietà verso la modifica della legge 30 REVISIONI - Il raddoppio del tesoretto rilancia la partita degli ammortizzatori sociali che insieme alle modifiche alla legge 30 sono sul tavolo di concertazione sulle pensioni. Due «voci» a contrasto della precarietà tenute al palo dall’impasse sulle previdenza e su cui va cercato l’accordo entro giugno. Comincia tuttavia a farsi strada la possibilità che - scaduto il mese - in vista del Dpef il governo possa procedere anche in assenza di un’intesa. Sull’aumento dell’indennità disoccupazione, l'estensione della cassa integrazione alle piccole aziende, sulla cancellazione delle forme di contratto più precarizzanti della legge 30 (job on call, staff leasing) difficilmente le parti sociali alzerebbero barricate, anche se le diversità di vedute non mancano. Si concentrano soprattutto su se e come modificare le norme sui contratti a termine, liberalizzati dal governo Berlusconi. Oggi se ne fa abuso in ogni settore produttivo, tanto da rendere superflue molte forme di contratto previste dalla legge 30 che infatti restano inutilizzate. Se ne uscirà? «I contrasti non sono insormontabili», si garantisce in ambienti governativi. C’è, semmai, la variabile maggioranza che annovera tanto chi come la Rosa nel Pugno sostiene che la legge 30 è intoccabile, e chi come Prc ne vuole la cancellazione totale. L’ipotesi annunciata dal sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi di poter disporre non su 2,5 miliardi per la spesa sociale ma di circa il doppio (4 miliardi secondo le ultime stime) consentirebbe di aumentare le pensioni più basse di 80-90 euro e di finanziare le tutele secondo il pacchetto-Damiano. Nel dettaglio si tratta di aumentare l’indennità di disoccupazione dal 50 al 60% dell’ultima retribuzione; la cassa integrazione straordinaria e ordinaria verrebbero unificate ed estese alle imprese con meno di 15 dipendenti. Sul fronte previdenziale, si ipotizza l’aumento dei contributi al 33% per i lavoratori parasubordinati. Inoltre i contributi versati a più enti di previdenza potranno essere «totalizzati» anche per periodi inferiori ai 6 anni. Verrebbero poi introdotti contributi figurativi per i periodi di «buco» trascorsi tra un lavoro all’altro. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, oltre alla cancellazione del job on call e dello staff leasing, si tratta di porre un tetto ai contratti a termine (tre anni, ad esempio) oltre il quale diventa sconveniente per l’impresa assumere a tempo determinato. |