29/5/2006 ore: 12:17

"Lavoro" Salvi: troppe delusioni dalla sinistra

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    luned? 29 maggio 2006

      Salvi: troppe delusioni dalla sinistra, Guglielmo fa bene a essere diffidente

      ROMA - ?La Cgil dice di "no"? E che dovrebbe dire? ? dagli anni ’90 che continua a dare senza ricevere niente in cambio?. L’ex ministro del Lavoro, il senatore diessino Cesare Salvi, ribalta la tesi avanzata dal direttore de ?Il Sole-24 Ore ?, Ferruccio de Bortoli, secondo cui il maggior sindacato sarebbe incapace di un vero dialogo. ?Semmai ? il contrario. ? il governo che deve recuperare la capacit? di fare proposte chiare e complessive. Senza scaricare sulla Cgil ogni responsabilit?.
        Senatore Salvi, esiste ?un’ipoteca della Cgil? su questo governo?
          ?Esiste una legittima aspettativa. La Cgil negli anni della concertazione, in nome di questa politica del dare-avere, non ha fatto che concedere. Prima a Ciampi, poi a Dini e a Prodi?.

          Ma ha anche detto molti "no", si pensi a quello alla riforma del Welfare della commissione Onofri, o al rapporto con il governo D’Alema...
            ?La Cgil ha anche accettato la moderazione salariale, due riforme pensionistiche e l’avvio del pacchetto Treu. In cambio di che??.

            Lo dica lei.
              ?Niente. Visto che i salari reali si sono ridotti, l’occupazione non ? cresciuta e la precariet? ? aumentata. La Cgil ? scottata: un po’ di diffidenza in questo momento ? comprensibile?.

              Fino a che punto?
                ?Be’, adesso spetta al governo fare la sua mossa, e dovr? essere convincente?.

                Facciamo un esempio: il governo non vuole cancellare la Biagi e la Cgil s?, che si fa?
                  ?Mica si pu? ragionare in questo modo. Prima di tutto non c’? solo la Biagi su cui intervenire: i contratti a termine non sono nella legge 30. E poi servono idee nuove per uscire dai soliti schemi, serve una visione complessiva?.

                  Insomma serve tornare alla vecchia concertazione: tutto sul tavolo, tutti intorno al tavolo?
                    ?Certo un’offensiva contro la Cgil non ? possibile: avrebbe solo un effetto controproducente. Ma nemmeno una concertazione vecchio stile mi pare adatta?.

                    Cio??
                      ?Forse il governo a un certo punto deve prendere le sue decisioni senza dare alle parti sociali troppo potere e troppa responsabilit?.

                      E un decisionismo simile non renderebbe pi? difficili i rapporti?
                        ?Al contrario. Se il governo affrontasse i problemi senza concedere a nessuno un diritto di veto, la Cgil potrebbe misurarsi su un terreno nuovo?.

                        Anche qui, facciamo un esempio: la riforma della contrattazione. La Cgil frena. Come la si affronta?
                          ?Facendole vedere l’intera scacchiera di gioco, anzich? limitarsi a mostrare i singoli pezzi. Insomma bisogna fare discorsi complessivi?.

                          Ma una Cgil ricondotta a ragione non corre il rischio di essere scavalcata a sinistra dai partiti e dalle basi sindacali?
                            ?Certo. Ma l’unico modo di evitare questo rischio ? non dirle sempre di "no"...?.
                              Antonella Baccaro

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