20/3/2006 ore: 11:50

"Intervista" T.Boeri: «Economia sul filo del rasoio»

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    sabato 18 marzo 2006

    Pagina 4 - Economia

    L?INTERVISTA
      L?economista Tito Boeri: perdiamo peso nel mondo, qualcuno pu? cercare di tagliarci fuori
        ?Economia sul filo del rasoio
        lotta al debito e riforme subito?
          la spirale della crisi Eccessivo parlare di pericolo Argentina, ma esiste l?eventualit? che si inneschi una spirale degenerativa"
            ELENA POLIDORI
              ROMA - ?Non bisogna esagerare col catastrofismo ma neppure sottovalutare la situazione. Il paese sta perdendo peso nel mondo: il reddito pro-capite scende, la sua economia non cresce, il debito aumenta. C?? il rischio che s?inneschi una spirale degenerativa?. L?economista Tito Boeri commenta cos? l?allarme degli industriali, preoccupati che l?Italia esca dal club dei paesi pi? industrializzati.

              E? una ipotesi realistica? Quanto c?? di elettorale nella sortita della Confindustria?
                ?Io penso che dietro questi allarmi ci siano ragioni fondate. Si pu? essere d?accordo o meno; si pu? pensare ad una enfatizzazione eccessiva. Ma i dati di fondo parlano chiaro: oggi come oggi l?Italia ? debole. E allora altri potrebbero avere la tentazione di entrare nel G8, o magari di restringere il gruppo a tre, a cinque paesi, tagliandoci fuori dalle decisioni di politica economica importanti?.

                S?, ma non ? che si entra e si esce cos? facilmente dal G8. L?Italia condusse una lunga battaglia diplomatica per essere ammessa.
                  ?Infatti, ? una scelta politica. Non credo che il paese possa essere cacciato, a meno di eventi molto gravi, come per esempio un default, che non ? oggi in discussione?.

                  Il Financial Times paventa una deriva Argentina per l?economia nazionale. E? d?accordo?
                    ?No. Mi sembra eccessivo anche se una idea del genere ? gi? venuta fuori a Davos, con l?economista Nouriel Rubini, peraltro malamente zittito dal ministro Tremonti. Ma ? grave che un giornale cos? autorevole dia spazio a simili tesi. Tuttavia, se il paese non riparte, in uno scenario in cui il debito pubblico aumenta, si pu? entrare in una spirale pericolosa che s?avvita su se stessa?.

                    In concreto, cosa pu? accadere?
                      ?Il rapporto tra il debito e il Pil ? la grandezza a cui tutti guardano perch? d? l?idea della ricchezza di un paese e anche della capacit? del governo di rispettare gli impegni verso chi ha comprato i propri titoli di stato. Ecco, quando questo rapporto si sbilancia, allora aumentano i tassi e onorare i debiti costa di pi?. Il paese colpito diventa meno credibile: la sua capacit? di rispettare questi impegni viene messa in discussione; vive sulla lama del rasoio?.

                      S?innescherebbero reazioni negative dei mercati?
                        ?In questi processi degenerativi non c?? gradualit?: quando i mercati si convincono che un paese ? a rischio, ? poi molto difficile fargli cambiare opinione?.

                        Come se ne esce?
                          ?Vanno tenuti i conti sotto controllo, bisogna far scendere il debito e occorre non cedere alle proposte demagogiche tipiche della campagna elettorale. Al tempo stesso servono riforme per far ripartire l?economia?.

                          Che genere di riforme?
                            ?Quelle che aumentano la concorrenza nei servizi, rendendoli meno costosi per consumatori e imprese. Se questo avviene, l?industria potr? essere pi? competitiva sui mercati internazionali, permettendoci di vendere pi? beni e di partecipare alla crescita dell?economia mondiale, trainando anche la nostra. A loro volta i consumatori potranno finalmente pagare meno per certi servizi: dall?energia, ai trasporti, ai farmaci, alle consulenze legali e notarili. Tutto sarebbe pi? chiaro, trasparente, leggero. E allora nessuno oserebbe neanche mettere in discussione la posizione italiana al tavolo dei paesi pi? industrializzati?.