7/10/2005 ore: 11:54
"Finanziaria" Spese pazze d’Italia
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Pagina 5 SPRECHI LE AMMINISTRAZIONI DI CENTRODESTRA E DI CENTROSINISTRA UNITE NELL’USO BISLACCO DEI FONDI PUBBLICI Champagne, fontina e megaconsulenti Francesco Grignetti Il pipistrello, immancabilmente citato da un ministro Tremonti in vena di ironie, diventerà probabilmente l’emblema delle stranezze delle Province (si duole Massimo Logli, presidente della Provincia di Prato: «A parte che è fondamentale studiare anche i pipistrelli, fa parte delle nostre competenze la tutela ambientale e perciò abbiamo finanziato con sessantamila euro in tre anni una ricerca dell’università di Firenze. Adesso siamo esposti al pubblico ludibrio e non ce lo meritiamo. Siamo una delle poche amministrazioni parsimoniose. Mi sa che spedisco il bilancio a Tremonti») così come i corsi per aspiranti veline sono diventati sinonimo delle stravaganze delle Regioni (in Campania: 1,3 milioni di euro di fondi europei, 600 ore di lezione, cento le partecipanti). Fin troppo facile. I giornali di destra, «Il Giornale» come «Libero», si sono esercitati per settimane nel gioco di tirare fuori lo spreco più spreco che c’è. Meglio poi se le giunte citate non erano berlusconiane. Ma anche la Confesercenti, l’associazione dei negozianti di sinistra, qualche mese fa ha tirato fuori un dossier al vetriolo. FONTINA, CHAMPAGNE. Dunque via alla galleria degli orrori (di bilancio). In Sardegna si danno cinquantamila euro ai cacciatori locali per «monitorare» i cinghiali. A Firenze, 12.600 euro per il censimento di rastrelliere delle biciclette. L’Emilia-Romagna sponsorizza con mezzo milione di euro la barca a vela di Patrizio Roversi e Susy Blady che girano il mondo e ci tirano fuori una trasmissione tv. A Genova, servono 2,5 milioni di euro per rifare il look alla fontana di piazza De Ferrari. La Valle d’Aosta decide di spendere centomila euro per il progetto di amicizia gastronomica italo-francese «Fontina & champagne». In Trentino organizzano un corso di formazione a spese della Regione per detective privati. L’Abruzzo assume d’un colpo 200 portaborse con soldi stanziati per gli stipendi di dipendenti in servizio. «Quando vedo che uno dei consulenti del Campidoglio ha preso venticinquemila euro per produrre un opuscoletto sui danni da raggi ultravioletti...», lamentava qualche tempo fa il leghista Massimo Polledri. SPESE SPECIALI. Ci sono le «curiosità» delle Regioni a statuto speciale. Cifre di uno che se intende come Raffaele Costa, fustigatore ante-litteram della burocrazia italiana: «Alle Regioni vanno ogni anno 71 miliardi di euro. Di questi, ben 24 (pari al 34% del totale) vanno alle cinque Regioni a statuto speciale». Gli effetti si vedono. In Sicilia ci sono 2315 dirigenti regionali, in Lombardia sono appena 285. In Sardegna, la regione concede contributi a fondo perduto pari a metà dei costi per chi presenta studi e ricerche utili a realizzare servizi d’impresa. In Trentino, non sanno più che corsi di formazione inventare: c’è scappato persino la preparazione per operatore di piercing. Ma pure le altre, le Regioni ordinarie, mica scherzano. SPRECHI FEDERALI. Fin qui, però, anche se c’è poco da ridere, è ancora folklore. I veri sprechi, quelli milionari (in euro), spesso sono mascherati dietro motivazioni inappuntabili. Il trucco dei trucchi, quello che permette di aggirare le regole, tra cui anche il blocco del turn-over, è la proliferazione delle società esterne. Regioni e Comuni di tutt’Italia, di destra come di sinistra, si sono attrezzate con una galassia di Spa, apparentemente privatistiche, possono spendere soldi senza i controlli della Corte dei Conti e assumere ovviamente senza concorso pubblico. Di qui passa un fiume di denaro pubblico. |