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"Finanziaria" Rifondazione gongola

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    venerd? 29 settembre 2006

    Pagina 5 - Economia/La manovra d'autunno
      Rifondazione gongola
      Mastella: ?Cos? non voto?
        Damiano: il ceto medio sta sotto i 70 mila euro e pagher?meno

        Amedeo La Mattina
        ROMA
          ?Sicuramente non sar? una Finanziaria sexy?, ha detto Romano Prodi ieri notte dopo quattro ore di riunione con i capigruppo dell’Unione che hanno lasciato Palazzo Chigi senza avere la certezza su alcunch?t-motiv di tutti ? stato: ?Non ci hanno fatto vedere vedere le carte, le cifre?. A far gongolare il presidente dei deputati del Prc, Gennaro Migliore, ? stata l’assicurazione da parte di Vincenzo Visco di una redistribuzione del carica fiscale dall’alto verso il basso. Per il resto giudizio sospeso di Rifondazione su pensioni, pubblico impiego e tagli agli enti locali. Mentre per Fabris dell’Udeur rimane il problema della tassazione dei ceti medi, quelli che percepiscono oltre i 70 mila euro. Pi? dura la posizione del verde Angelo Bonelli che prima di lasciare l’incontro ha scritto un biglietto a Prodi: ?Se le cose stanno cos? noi la Finanziaria non potremo votarla?.
            I capigruppo dell’Ulivo Finocchiaro e Franceschini hanno cercato di difendere l’impostazione della finanziaria illustrata per sommi capi da Tps, Prodi e Visco. Ma quando quest’ultimo ha detto che si sarebbe aspettato pi? solidariet? da parte della maggioranza, Franceschini ha reagito: ?Ma la solidariet? si d? a qualcosa che si conosce?.
              Insomma, tutto rinviato al Consiglio dei ministri di oggi. Dentro l’Unione ? in corso anche una guerra d’immagine che non si basa solo sulle cifre, ma su chi alla fine potr? dire ?? mia?. ?Non deve passare l’idea che sia la Finanziaria di Rifondazione, di Bertinotti e dei sindacati?, diceva ieri mattina Mastella, perch? ?se si azzannano i presunti ricchi, non la votiamo?. ?Chiunque pensi a un esproprio proletario dei ceti medi, deve sapere che noi saremo contrari. E su questo non c’? voto di fiducia che tenga, non voteremmo nemmeno la fiducia?.
                Ma a mandare in bestia l’ala moderata e riformista del centrosinistra ? stato il manifesto che il Prc ha attaccato sui muri delle citt? con lo slogan ?anche i ricchi piangono?. Cos? ? partita la controffensiva della Margherita e dei Ds che considerano ?demenziale? la campagna del Prc. Un manifesto ?sconcertante e avvilente?, ? il durissimo giudizio di Migliavacca, braccio destro di Fassino, che considera l’episodio tanto pi? grave perch? al simbolo del Prc ? stato affiancato quello dell’Unione: in questo modo l’intero centrosinistra viene trascinato in un messaggio ?rozzo e falso?. A bruciare sulla pelle di Fassino e Rutelli ? quell’aliquota del 43% sui redditi sopra i 70 mila euro. Ma questa ipotesi ? passata con il decisivo contributo di un diessino, Vincenzo Visco. E’ la linea del viceministro dell’Economia prevalsa dentro la Quercia. Spiegava ieri nel cortile di Montecitorio il responsabile Lavoro, Cesare Damiano: ?C’? in giro una strana idea di ceto medio. Chi guadagna pi? di 70 mila euro all’anno sono le fasce medio alte. Il vero ceto medio sono quei milioni di italiani che stanno sotto questa cifra. Per non parlare poi degli operai che guadagnano mille e duecento euro al mese. Per il 75% di italiani ci saranno meno tasse?.
                  Parte da questa considerazione la controcampagna comunicativa dei Ds. Pi? cauti invece sono gli alleati della Margherita. E’ vero che il viceministro per lo Sviluppo D’Antoni sottolineava che per il Mezzogiorno sono in arrivo molte novit?. Ma nel partito c’? ancora molta prudenza: i Dl vogliono vedere le cifre definitive, temono ancora i tagli alla scuola. E poi c’? il capitolo degli enti locali per i quali Padoa-Schioppa parla di ?cifre severe?. I partiti riformisti cercano mettere il cappello sulla Finanziaria, ma subito vengono spiazzati non solo dal Prc ma anche dai sindacati. Paolo Ferrero, dopo l’incontro tra governo e parti sociali e prima del vertice notturno di Prodi con i capigruppo dell’Unione, avvertiva che ?non si pu? varare una manovra senza il consenso dei lavoratori?.
                    Rifondazione non teme la guerra d’immagine e spiega che quel suo manifesto su ?anche i ricchi piangono? era riferito agli evasori fiscali. ?Stiamo ai fatti - spiegava Gennaro Migliore - perch? non ci interessa il ballon d’essai dell’asse riformista contro quello radicale. E i fatti dicono che un mese fa la Finanziaria era di 35 miliardi e noi l’abbiamo fatta scendere a 30; abbiamo riequilibrato i tagli con gli investimenti per lo sviluppo; siamo riusciti a far rimanere fuori le pensioni dalla manovra. Possiamo essere soddisfatti... Ora quello che ci preoccupa sono i tagli agli enti locali e questa non ? una questione che riguarda il nostro partito, ma tutta la coalizione, nonostante i sindaci del centrosinistra siano tutti Ds e Margherita?.

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